A Napoli Est la Fabbrica dell’Innovazione. Marino e Manfredi: diverrà un polo di attrazione per aziende e giovani talenti

A Napoli Est la Fabbrica dell’Innovazione. Marino e Manfredi: diverrà un polo di attrazione per aziende e giovani talenti

«Il tema dell’innovazione è diventato il tema centrale della città». Non c’è nessuna esagerazione nelle parole del Presidente di Fabbrica italiana dell’innovazione Fabrizio Monticelli  durante l’inaugurazione ufficiale dell’“incubatore green et blue” di Napoli Est. E non solo perché fotografano una realtà di grande impatto e di potenzialità enormi, quella appunto di una tecnostruttura competitiva capace di concentrare in sé una serie di funzioni (incubatore certificato-acceleratore, innovation hub «in linea con i più elevati standard nazionali e internazionali sui temi della creazione di imprese, della formazione avanzata e della trasformazione digitale»).

MARINO – La Fabbrica è perfettamente funzionale a questo obiettivo. E non è un caso che la sinergia tra imprese private e pubblica amministrazione si sia rivelata ancora una volta la strada obbligata. Espliciti i ringraziamenti del Direttore generale Vincenzo Lipardi al sindaco Gaetano Manfredi e alla vicesindaca Laura Lieto per avere creduto nell’idea e averne accelerato la realizzazione (un anno fa l’apertura, ieri l’inaugurazione del primo lotto, tra un anno quella del secondo, annuncia Lipardi). Ma anche la presenza del presidente dell’Anci Campania, Carlo Marino, sindaco di Caserta, è la testimonianza di come il sistema degli enti locali abbia colto il segnale e sia pronto a collaborare.« La Fabbrica  – ha detto il presidente di Anci Campania – svolge un ruolo cruciale nella trasformazione di quest’area urbana, un tempo simbolo di crisi industriale e oggi riscoperta come fulcro di innovazione e opportunità. La Fabbrica dell’Innovazione offre uno spazio in cui università, startup e aziende tech collaborano per dare vita a progetti innovativi. Grazie alla presenza della Apple Developer Academy, all’interno del Polo Tecnologico di Napoli, molti giovani sviluppatori hanno l’opportunità di formarsi e lavorare in un contesto dinamico e internazionale». Marino sottolinea come «questo ecosistema favoriscesca non solo la crescita economica del territorio, ma anche una profonda trasformazione culturale, valorizzando le competenze locali e attirando talenti da tutta Italia e oltre. Inoltre, l’integrazione della Fabbrica dell’Innovazione con altre iniziative del Polo permette di creare un ambiente dove la creatività incontra le competenze digitali e tecnologiche, offrendo una risposta concreta alla domanda di professionalità innovativa e all’avanguardia. Questo spazio diventa così non solo un motore di crescita economica, ma anche un simbolo di riscatto per una comunità che può finalmente contribuire alla costruzione di un futuro all’insegna della creatività».

MANFREDI – È la sfida di una città che guarda al futuro senza dimenticare le proprie origini ma in una chiave internazionale e aperta alle trasformazioni: «Vuol dire sapere interpretare la contemporaneità dice il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi -. Oggi le innovazioni si fanno nelle città, nelle grandi città globali soprattutto perché i Comuni non hanno questa politica dell’innovazione. Ed è per questo che tecnologia e sistema sociale devono andare di pari passo. San Giovanni è un esempio di questa trasformazione condivisa, una visione in stretta connessione con gli abitanti, con le associazioni, con la partecipazione delle persone. Ma poi l’innovazione si fa nei posti più belli: qui a San Giovanni c’è il mare e avere un mare balneabile trasforma quest’area in un paradiso dove coltivare il capitale umano diventa più facile, la strada maestra per fare nascere i nuovi talenti. È per questo che integrare Napoli est in un progetto di rigenerazione urbana non può prescindere dalla disponibilità dei privati ad investire: molti lo hanno già fatto, mi auguro che diventino sempre di più per ridurre la migrazione e creare posti di lavori qualificati e competenti. L’idea di un polo di residenzialità per i ricercatori va in questa direzione. L’asse di sviluppo non si può fermare a Pietrarsa, ma andare oltre Castellammare».
(sintesi da Il Mattino – Nando Santonastaso)

 

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