Accoglienza ucraini, Comuni in campo: duemila ingressi al giorno in Italia

Accoglienza ucraini, Comuni in campo: duemila ingressi al giorno in Italia

Comuni in campo per l’ accoglienza di chi è fuggito dall’ Ucraina. I sindaci dovranno offrire ai prefetti (a cui spetta il coordinamento delle operazioni sul territorio) la disponibilità di strutture e alloggi idonei a ospitare i 23.872 profughi (il 90% dei quali è costituito da donne e bambini) che al 9 marzo risultano essere entrati sul territorio italiano per lo più attraverso il confine italo-sloveno. Rispondendo alle interrogazioni parlamentari durante il Question time alla Camera, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha assicurato l’ impegno degli enti territoriali e di quelli del terzo settore (questi ultimi in attesa di un regolamento che vedrà la luce la prossima settimana) nel fronteggiare la crisi umanitaria aperta dal conflitto tra Russia e Ucraina.
La rete nazionale di accoglienza, che già può contare su 5 mila nuovi posti nei Cas (centri di accoglienza straordinaria) e di 3 mila disponibilità aggiuntive della rete del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai), sarà ulteriormente rafforzata per far fronte all’ aumento dei flussi in entrata che è pari a circa 2000 unità al giorno. L’ 8 marzo, infatti, i dati sugli arrivi in Italia parlavano di 21.095 cittadini ucraini giunti nel nostro Paese. Il giorno dopo la cifra ha toccato quota 23.872 tra cui si contano 12 mila donne e 9.700 bambini. Nelle strutture di accoglienza Cas/Sai i profughi potranno trovare posto anche indipendentemente dal fatto che abbiano presentato domanda di protezione internazionale o dal possesso di altri titoli di accesso previsti dalla normativa vigente. Tale importante deroga è stata già oggetto di precisazione da parte del ministero dell’ interno in una circolare inviata l’ 8 marzo ai prefetti (n.15709) per spiegare le novità introdotte dal decreto legge 16/2022 e dalle successive ordinanze di protezione civile del 4 e 6 marzo (nn.872 e 873).

Nel ribadirla ieri dinanzi alla Camera, Draghi ha ricordato come «gli ucraini arrivati in Italia potranno lavorare in forma autonoma, subordinata o stagionale sulla base della sola richiesta di permesso di soggiorno in deroga alle previsioni del decreto flussi». I profughi in età scolare, ha inoltre assicurato il premier, potranno contare anche sul sostegno scolastico per proseguire il proprio percorso formativo e a questo scopo sono state impartite direttive agli istituti per favorire la piena integrazione degli studenti. Non solo. I cittadini ucraini ospitati nei centri di prima accoglienza disporranno anche di servizi di assistenza sanitaria, psicologica, orientamento legale, corsi di lingua, formazione, riqualificazione professionale e accompagnamento all’ inserimento lavorativo, abitativo e sociale.
Tuttavia, ha ammesso Draghi, «tutto ciò non basta e molto di più sarà necessario fare» per fronteggiare flussi che si prevede possano intensificarsi nei prossimi giorni. Di qui il coinvolgimento dei sindaci (che il premier ha espressamente ringraziato) a cui spetterà individuare sul territorio gli alloggi da far rientrare nella rete dei posti Cas in modo da ampliarne la capacità ricettiva. A tal fine i sindaci potranno operare in deroga al codice dei contratti pubblici ma non potranno derogare alla procedure previste dalle leggi antimafia. Su questo punto la circolare del ministero dell’ interno è chiara: non si potrà prescindere dall’ obbligo di acquisire la documentazione antimafia. Nel caso di immobili offerti gratuitamente da privati, la nota del ministero guidato da Luciana Lamorgese precisa che non saranno richiesti gli standard previsti per i posti della rete Cas/Sai. La conformità a tali standard potrà essere accertata qualora venga meno il carattere gratuito delle offerte, «in conseguenza della loro attrazione nella rete di accoglienza pubblica». Il sistema di accoglienza sarà poi rafforzato anche dalle aree sanitarie temporanee istituite dal decreto Cura Italia (dl 18/2020) per la gestione dell’ emergenza Covid. La devoluzione di tali aree all’ emergenza umanitaria, spiega la nota del Viminale ai prefetti, dovrà essere concordata con i governatori anche in considerazione della necessità che tali strutture continuino a essere utilizzate per continuare a fronteggiare la pandemia. Tutti i rifugiati che arrivano in Italia dovranno vaccinarsi contro il Covid o sottoporsi a tampone ogni 48 ore.

LA SCHEDA DEL DIPARTIMENTO PROTEZIONE CIVILE
ORDINANZA MINISTERO INTERNO 
DISPOSIZIONI REGIONE CAMPANIA

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