Monitoraggio Infrastrutture sociali (decreto SUD), le indicazioni del MEF

È stata pubblicata sul sito del Ministero dell’economia e delle finanze – Ragioneria generale dello stato, la circolare 9 dicembre 2020, n. 24 contenente le istruzioni operative per il monitoraggio delle opere pubbliche relative alle infrastrutture sociali finanziate a valere sul Fondo di Sviluppo e Coesione (art. 4 del DPCM 17 luglio 2020).
Con il termine “infrastruttura sociale” ci si riferisce infatti a tutte le attività reali che permettono di svolgere i servizi sociali, come le scuole, università, ospedali, strutture sanitarie, case popolari, verde pubblico, strutture sportive comunali.
I Comuni beneficiari del contributo devono infatti monitorare la realizzazione finanziaria, fisica e procedurale delle infrastrutture sociali attraverso il sistema della Banca Dati Unitaria presso il Ministero dell’economia e delle finanze, di cui all’art. 1, comma 245, della legge 27 dicembre 2013, n. 147.
La Circolare fornisce pertanto le indicazioni in merito alle attività che i Comuni beneficiari del finanziamento dovranno porre in essere per avviare il monitoraggio degli interventi finanziati, nonché per garantire la corretta implementazione dei dati all’interno della BDU, anche ai fini dell’erogazione del contributo.
Si ricorda che con il DPCM 17 luglio 2020 (G.U. n. 244 del 2 ottobre 2020, S.O.), in attuazione dei commi 311 e 312 della legge di bilancio 2020 (L.160/2019), sono stati ripartiti, per l’intero quadriennio 2020-2023, complessivi 300 milioni di euro stanziati dalla legge di bilancio 2020 a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione, destinati a investimenti in infrastrutture sociali dei Comuni delle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Si ritiene opportuno segnalare che le risorse in questione possono finanziare anche investimenti già banditi. I termini di avvio dei lavori per la realizzazione delle opere, il cui mancato rispetto comporta la revoca del finanziamento e la riacquisizione al Fondo Sviluppo e Coesione, sono invece così stabiliti:
a) per l’annualità 2020, entro nove mesi dalla data di pubblicazione del DPCM in Gazzetta Ufficiale (2 ottobre 2020);
b) per le annualità 2021, 2022, 2023, entro il 30 settembre di ciascun anno di riferimento.
Come è noto, lo scorso maggio, furono sbloccati i trecento milioni di euro del Fondo infrastrutture sociali per i Comuni del Sud. Con la presa d’atto della Conferenza Stato-Città, dopo un confronto essenziale con l’Anci, arrivò il via libera al decreto che ripartisce 75 milioni annui, dal 2020 al 2023, direttamente alle amministrazioni locali del Mezzogiorno, privilegiando le città medie e piccole, per nuovi interventi, manutenzioni straordinarie, su scuole, strutture e residenze sanitarie, edilizia sociale, beni culturali, impianti sportivi, arredo urbano, verde pubblico, e altri ambiti della vita sociale.
Il criterio di ripartizione adottato è inversamente proporzionale alla popolazione di riferimento, in modo da garantire anche a un comune di 500 abitanti un contributo totale di 32.000 euro (mentre un comune con popolazione maggiore di 250000 abitanti riceverà un contributo totale pari a 655.000 euro), relativamente maggiore in pro capite. Si è abbandonato inoltre il criterio storico di attribuzione delle risorse e si è posto attenzione alle zone deboli del paese per offrire a tutti i cittadini le medesime opportunità.

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