A Gragnano si parla di Comuni in dissesto: un team di esperti per aiutarli

A Gragnano si parla di Comuni in dissesto: un team di esperti per aiutarli

A Gragnano si è tenuto un importante incontro formativo per gli amministratori locali e i funzionari dei Comuni, dove è stato presentato il progetto Ifel “Interventi di supporto e prevenzione delle crisi finanziarie nei Comuni”. Prevede azioni di supporto per i Comuni esposti a tensione finanziaria, soprattutto quelli del Sud (le maggiori criticità sono infatti in Sicilia, Campania e Calabria) attraverso attività di consulenza mediante esperti. Un pool di esperti che si avvarrà delle più avanzate ricerche e dati relativi al benessere finanziario degli enti locali al fine di evitare falle nei conti comunali. Tutto gratuitamente.

Ifel era il promotore dell’incontro, insieme al Comune di Gragnano e ad Anci Campania. Infatti, tra i relatori, Fabrizio Fazioli, componente del dipartimento Finanza Locale della fondazione, ha illustrato i motivi principali delle cause di dissesto degli enti locali e, inoltre, si è soffermato sull’analisi della procedura di riequilibrio, introdotta nel 2012. A seguire, Marcello Degni,  Consigliere della Corte dei Conti e Direttore del Master in Pubblica Amministrazione dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha analizzato le situazioni di criticità finanziaria dei Comuni della Regione Campania. Presente anche l’ateneo federiciano, con il professore di diritto amministrativo, Ferdinando Pinto (che ha molto insistito sul tema della «paura amministrativa»), e Vinicio Brigante che, alla Federico II, insegna diritto processuale degli appalti pubblici, e ha ribadito la necessità di una modernizzazione della finanza comunale per prevenire gli scenari di crisi.

TROPPO DISSESTI AL SUD – Accento ripetutamente messo sulle difficoltà finanziarie dei Comuni.
Il dissesto ha interessato nel complesso 588 comuni (con 32 casi di doppio dissesto e uno di dissesto nel dissesto). La distribuzione geografica mostra l’esistenza di una questione meridionale (485 casi, pari all’82 per cento sono nel Sud, con una forte concentrazione, come detto ripetutamente, in Calabria, Campania e Sicilia). La serie storica dei dissesti è influenzata da due fattori: l’evoluzione della normativa (introduzione dell’organismo straordinario di liquidazione, nel 1993, ed eliminazione del mutuo statale con la riforma del titolo V nel 2001) e la grande crisi finanziaria. Il primo fattore provoca una rilevante riduzione, dopo la fase iniziale, che aveva visto più di 40 dissesti l’anno in media nel quinquennio 1990 – 1994, seguita al picco del 1989, anno di introduzione dell’istituto, in cui si ebbero 125 casi. La grande crisi provoca una ripresa dei dissesti, prima lentamente, poi con maggiore impatto (circa 20 dissesti l’anno dal 2012, con una crescita nell’ultimo biennio – 32 nel 2016 e 28 nel 2017).

POCHE RICHIESTE DI PIANI DI RIEQUILIBRIO – Il riequilibrio pluriennale è stato richiesto da circa 250 comuni, pur essendo stato introdotto solo alla fine del 2012. Anche qui si registra una marcata connotazione geografica, anche se meno accentuata rispetto a quella del dissesto. Solo la metà dei richiedenti della procedura ha chiesto anche l’accesso al fondo rotativo. La Corte dei conti ha approvato 83 Piani e ci sono un centinaio di istruttorie in corso. Dopo il picco del 2017 (56 richieste), nel 2017 si registra un rilevante calo (solo 8 richieste).
Quelli che hanno avviato le procedure di dissesto e pre-dissesto sono concentrati in alcune parti del territorio (Campania, Calabria, Sicilia) ma non mancano casi eclatanti anche al Nord, come Alessandria. Una situazione che si stima riguardi almeno il 10% dei comuni. (GUARDA LA SCHEDA)

IL TITOLO VIII DA RIFORMARE – Anche le dimensioni del comune giocano un ruolo importante, portandosi dietro una maggiore complessità, ed ecco dunque comuni che manifestano criticità come Brindisi, Cosenza e Avellino nel 2019, Sesto San Giovanni, Imperia, Terni, Caserta, Andria, Lecce, Catania, nel 2017 Benevento. E’ la dimostrazione che l’istituto del dissesto (e pre-dissesto) come normato nel titolo VIII del TUEL abbia mostrato limiti consistenti, esponendo ai disagi conseguenti una porzione consistente della popolazione italiana.

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