Afragola: si apre un Centro per le donne vittime di violenza nel bene confiscato alla camorra

Afragola: si apre un Centro per le donne vittime di violenza nel bene confiscato alla camorra

In un contesto di crescente allarme per le violenze di genere e i femminicidi, e proprio nella settimana in cui si sono registrati altri terribili episodi, il Comune di Afragola lancia un segno di speranza e di grande attenzione e inaugura il Centro per le donne vittime di violenza nella “Masseria Antonio Esposito Ferraioli”, un bene confiscato alla camorra. Un evento che rappresenta un segnale forte di riscatto per il territorio.
Il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, che ha partecipato alla cerimonia e al taglio del nastro sottolinea «la nobiltà delle finalità dell’iniziativa, che riscatta un intero territorio mettendo a disposizione delle donne una rete efficace di assistenza e solidarietà. La trasformazione di un bene confiscato alla criminalità in un presidio per la collettività è un messaggio di legalità e speranza».

Accenti ripresi con veemente partecipazione dal Sindaco di Afragola, Antonio Pannone: «La cerimonia di oggi, ricca di significati, ribadisce che nella Masseria ‘Antonio Esposito Ferraioli’ la camorra ha perso e continuerà a perdere. Questo progetto dimostra l’importanza della collaborazione tra istituzioni e comunità per affermare il trionfo della legalità. La verità dei fatti sgombra il campo da sterili polemiche e attesta l’impegno costante dell’Amministrazione comunale di Afragola teso a sostenere concretamente le molteplici iniziative che trovano nella masseria “Ferraioli” un saldo punto di riferimento, nella consapevolezza che i beni confiscati sono diventati strumenti di riscatto civile, di impresa sociale e di diffusione di cultura e di buone pratiche e che il loro recupero è – come ha evidenziato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – concreta attuazione dei valori fondanti della nostra civiltà e costituzionalmente  garantiti. Ringrazio il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, per averci invitato a fare sempre di meglio, per essere venuto a condividere con noi tutti un momento così significativo e per aver voluto anche visitare, prima del ritorno a Napoli, il cantiere del grande parco didattico ed educativo di via Arena, che sta sorgendo in un altro bene confiscato».
La Masseria, che si estende su una superficie di circa 120mila metri quadri, fu confiscata nel 1997 al locale clan camorristico e destinata al patrimonio indisponibile del Comune di Afragola per finalità sociali. All’interno dell’immobile, oggi gestito da un’Associazione temporanea di Imprese, vengono attuati diversi progetti ambientali e insistono numerosi orti urbani affidati a giovani, migranti, associazioni e scuole. Ora si aggiunge il Centro per le donne vittima di violenza e come sottolinea il Vice Sindaco metropolitano, Giuseppe Cirillo, «si rafforza ulteriormente questo presidio di legalità, al quale non faremo mancare il nostro sostegno. La Masseria Ferraioli, gestita da una rete di associazioni, è un esempio di gestione virtuosa di un bene confiscato».

Presente il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Pina Castiello, che ribadisce come «l’iniziativa dimostra che con la collaborazione tra i vari livelli istituzionali si possono raggiungere risultati straordinari. Questo centro è la prova di un cambiamento positivo, frutto di un impegno congiunto».
Una giornata di festa sociale e di riflessione istituzionale a cui Anci Campania non  poteva far mancare il proprio sostegno.  Il Presidente Carlo Marino, di concerto con tanti sindaci dell’area presenti alla cerimonia indiossando la fascia tricolore, sottolinea: «La violenza alle donne non è soltanto fisica: è  un insulto, una sottimissione, far capire che non possono fare tutto quello che vogliono nella loro vita. Per questo sosterremo iniziative come queste di Afragola e continueremo nel nostro percorso di supporto ai centri antiviolenza, e agli sportelli per le denunce. La violenza sulle donne – aggiunge Marino – non è un dramma ineliminabile. Dipende da noi. Da come educhiamo i nostri figli e nipoti, dipende dai media, dipende dalla capacità di promuovere cultura e rispetto, dipende dalla preparazione di magistrati e forze dell’ordine, dipende da una società che si schieri al fianco delle donne senza lasciarle mai sole».

 

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