Una delle criticità del SSN è senza dubbio la carenza di medici e infermieri. Si stima che in Italia manchino circa 4.500 medici ospedalieri, 3.000 medici di base e 10.000 infermieri.

Nonostante il numero dei medici in Italia per mille abitanti sia in linea con la media OCSE, il nostro Paese soffre più degli altri il fenomeno migratorio. Nel 2023 i professionisti italiani emigrati sono stati circa 6.000. Professionisti formati in Italia ed emigrati all’estero. Giova ricordare che dei circa 435 mila medici operanti in Italia nel 2022 il 99% si è formato nel nostro Paese. L’Italia è dunque una sorta di “Centro di Formazione” per l’Europa.

Noi li formiamo e gli altri Paesi li attraggono. Una vera e propria emorragia di medici e infermieri anche verso il privato accreditato. Una emorragia che sta mettendo a dura prova la tenuta del sistema pubblico soprattutto quello ospedaliero. Un sistema che si sta progressivamente indebolendo anche a causa della “desertificazione” di alcune specializzazioni meno allettanti da un punto di vista economico e di responsabilità medica.

Sono quindi necessari interventi organici – a partire dall’abolizione del tetto alle assunzioni ancorato a valori del 2004 – che rendano attrattiva la sanità pubblica italiana e che mettano in sicurezza (fisica e legale) i medici nell’esercizio della loro attività. Interventi che dovranno arginare anche e soprattutto la migrazione interregionale essendo pregiudizievole per i sistemi sanitari delle Regioni del Sud indeboliti da Piani di rientro e Commissariamenti vari. Prospetti e grafici illustrano alcuni indicatori dei sistemi sanitari europei (Fonte: Health at a Glance 2023 OECD – Elaborazione a cura del Dipartimento Salute di ANCI Campania).

Il Direttore Scientifico e Responsabile del Dipartimento Salute ANCI Campania
Antonio Salvatore