“I beni confiscati non sono soltanto uno strumento di lotta contro la criminalità organizzata ma anche uno strumento di sviluppo del territorio soprattutto nel Mezzogiorno del paese. Ma non può esserci sviluppo del territorio senza un segnale che diamo ai giovani, ovvero che la legalità è la via maestra”.
Ad affermarlo è il sindaco di Ercolano e vicepresidente di Anci, Ciro Buonajuto in un videomessaggio indirizzato al convegno “Beni confiscati e cooperazione: legalità e sviluppo del territorio” promosso da Confcooperative oggi a Roma. “I beni confiscati – ha proseguito il vicepresidente di Anci – sono uno strumento per sensibilizzare i giovani, per allontanarli dalla criminalità organizzata. È importante però che le amministrazioni pubbliche si impegnino affinché questi beni rappresentino un volano per la nostra economia. Se il bene confiscato rimane abbandonato diamo un segnale negativo ai nostri giovani, che non serve a nulla questa battaglia”.
In questo senso, come rimarcato da Buonajuto, l’Anci sta facendo un lavoro importante: “sta accompagnando i Comuni insieme su questa strada. Una strada tortuosa e complicata che spesso richiede complessi passaggi e atti burocratici prima che il bene confiscato venga consegnato alla comunità locale. Vogliamo che questi passaggi e atti amministrativi siano quanto più snelli possibile. Dobbiamo dare un segnale ai nostri giovani: essere un camorrista, un mafioso non rende, alla fine perdi tutto”.
Per questo secondo il sindaco di Ercolano i beni confiscati rappresentano una grande opportunità per la comunità locale e i giovani: “In quelle aziende, in quelle case dove c’erano i clan dovranno esserci i giovani per restituire quanto è stato tolto loro dalla criminalità organizzata. I beni confiscati sono quindi un volano di sviluppo per il paese intero”.