Campania in zona rossa? Ma i suoi dati sono migliori di Lombardia e Piemonte

La circolazione virale permane, ma è meno marcata. Come nelle previsioni, il Ministero della Salute, pur nella piena consapevolezza che per contenere il contagio epidemico e, dunque, l’impatto sui sistemi sanitari regionali, si debba perseverare con azioni mirate a interrompere le catene di trasmissione, ha operato una riclassificazione del rischio di alcune Regioni, mitigandone le restrizioni.
Sono finite in area arancione: la Calabria (allocata in passato in zona rossa per l’inattendibilità dei dati forniti), la Lombardia e il Piemonte. In quella gialla sono confluite, invece, Liguria e Sicilia. La Campania resta in zona rossa, almeno sino al 3 dicembre 2020. Avrebbe inciso sulla decisione la pressione ancora elevata sui servizi ospedalieri o, forse, l’eccessivo rilassamento dei giorni scorsi.
Sta di fatto che, con ogni probabilità, la Cabina di Regia vorrà verificare ulteriormente il trend pandemico prima di prevedere misure meno restrittive. La piana lettura dei dati del Report 28 ci dice tuttavia che la permanenza in zona rossa della nostra Regione appare un po’ eccessiva. Confrontando, infatti, i dati della Campania con quelli di Piemonte e Lombardia, emerge che il trend epidemiologico campano è analogo a quello delle altre due Regioni. Anzi, molti indicatori depongono proprio a favore della Campania: il tasso di letalità, la crescita dei ricoveri nelle aree mediche e in terapia intensiva, l’incremento del numero dei tamponi processati sulla popolazione residente. Stesso risultato si ottiene confrontando i dati campani con quelli medi nazionali. Insomma, tutto lascia fondatamente ritenere che, per la nostra Regione, vi sia stato un approccio ministeriale più che “prudente”. Il prospetto che segue illustra i dati epidemiologici di novembre 2020.

Anche i dati del 28 confermano il trend in miglioramento. Pur in presenza di 2.729 nuovi positivi, di cui il 98% è asintomatico, e di 49 nuovi decessi, cala la percentuale dei positivi sui casi testati (19%) e sui tamponi eseguiti (12%). Migliora ulteriormente il case-mix epidemiologico campano rispetto a quello nazionale: solo il 2,25% del totale dei positivi necessita di ospedalizzazione, rispetto ad una media nazionale del 4,7%. Calato anche il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intesiva che s’attesta al 28%, al di sotto della soglia del 30%.
Se nei prossimi giorni tali valori miglioreranno ulteriormente – cosa che dipenderà dal nostro senso di responsabilità – la Campania sarà incontrovertibilmente riclassificata. Frattanto, ci si augura che arrivi presto il vaccino e che questo conferisca sia l’immunità da malattia (protegge dallo sviluppo di manifestazioni gravi) che l’immunità da sterilizzazione (consente al vaccinato di non contagiare e di non essere contagiato). In base a quanto dichiarato dal professor Locatelli, durante la conferenza stampa di venerdì, parrebbe che uno dei vaccini in validazione conferisca l’immunità da sterilizzazione, che consentirà di arginare la circolazione virale.


Il Direttore Scientifico e Responsabile dello Sportello Salute ANCI Campania
Antonio Salvatore


*per contatti scrivere a: sportellosalute@rossiwebtest.it/ancicampania


 

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