Da un’indagine effettuata dalla Community Valore Acqua , una community multistakeholder dedicata all’elaborazione di scenari, strategie e politiche sulla gestione della risorsa acqua, per l’Italia, confermano che al Sud, rispetto al resto del paese, gli abitanti sono scettici nel consumare l’acqua del rubinetto per la scarsa sicurezza per quanto riguarda la provenienza. L’acqua del rubinetto di Napoli proviene al 100% dalle abbondanti falde della zona: la media di acqua pro capite all’anno a disposizione dei campani è di 300 litri, al di sopra della media nazionale. Napoli è rifornita da quattro acquedotti costruiti in tempi diversi: quello del Serino, il più antico, e altri costruiti nel dopoguerra, con l’aumento della popolazione e l’espansione della città. Gli acquedotti riempiono delle “vasche di carico” dalle quali l’acqua va a otto serbatoi di accumulo interconnessi tra loro, fino alla rete di distribuzione. Napoli è l’unica grande città d’Italia dove la rete idrica è tornata di proprietà pubblica.
Grazie all’iniziativa e collaborazione tra ISS (Istituto Superiore della Sanità) e Anci Campania che ha portato a un avanzato protocollo di intesa (CLICCA E SCARICA), soprattutto grazie a diverse analisi PSA (Piani di sicurezza acque), si è potuto constatare che l’acqua del rubinetto è potabile e pura, l’acqua di diverse fonti può avere caratteristiche diverse, come la presenza di più o meno calcare; per questo viene miscelata nei serbatoi in modo che la qualità non sia troppo difforme da una zona all’altra. Utilizzando l’acqua del rubinetto si può andare incontro anche allo spreco di bottiglie di plastica e dunque aiutare l’ambiente. La gestione dei cambiamenti climatici e le strategie di adattamento sono un tema sempre più frequente sui tavoli istituzionali e se si parla di adattamento al cambiamento climatico non si può non parlare di gestione della risorsa acqua.
Diversi abitanti campani intervistati su questo tema ritiene che le scuole siano il luogo più adatto per educare le nuove generazioni ad un consumo consapevole e responsabile dell’acqua, privilegiando quella del rubinetto, sarebbe opportuno per non ricorrere a rischi, installare su grande scala erogatori di acqua potabile, ciò può essere possibile grazie al fatto che le scuole fino alla secondaria di primo grado sono di gestione comunale. Questa intenzione potrebbe avere un grosso impatto per l’alta vulnerabilità climatica, è sempre più urgente dedicare alla gestione della risorsa acqua la massima attenzione e adeguate risorse.
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