Il provvedimento riguardante la determinazione della percentuale del credito d’imposta nella Zona Economica Speciale (ZES) unica, stabilito dal Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, è stato emesso il 17 maggio 2024. Tale decreto fissa la percentuale del credito d’imposta al 17,6668%. (LEGGI IL PROVVEDIMENTO DEL 22 LUGLIO DELL’AGENZIA ENTRATE)
Questo credito d’imposta è destinato alle imprese che effettuano investimenti dal 1° gennaio 2024 al 15 novembre 2024, specificamente per l’acquisizione di beni strumentali destinati a strutture produttive situate nella ZES unica. La misura è stata determinata tenendo conto del totale dei bonus richiesti tramite istanze valide presentate tra il 12 giugno 2024 e il 12 luglio 2024, che ammonta a 9.452.741.120 euro, rispetto alle risorse disponibili pari a 1.670 milioni di euro. Pertanto, la percentuale del credito d’imposta effettivamente fruibile da ciascun beneficiario è calcolata dividendo le risorse disponibili per il totale delle richieste, risultando appunto in 17,6668%.
Tuttavia, questo provvedimento ha suscitato critiche e proteste, specialmente da parte delle opposizioni e di operatori economici. Nonostante l’annuncio del decreto sia stato fatto con grande enfasi e dopo un’attesa di sette mesi, i risultati effettivi sono stati deludenti. Le opposizioni criticano che la ZES unica, una misura concepita per incentivare gli investimenti nel Sud Italia, abbia portato a risultati minimi, riducendo significativamente l’attrattività della regione per nuovi investimenti, sia nazionali che esteri. Uno dei punti di maggiore contestazione riguarda il divieto di cumulo del credito d’imposta con altri incentivi, come i contratti di sviluppo, che limita ulteriormente l’efficacia della misura. Per le piccole imprese, il beneficio risulta essere poco più del 10%, mentre per i grandi investimenti è appena il 6,8%.
MARINO – “Alla fine la montagna ha partorito il topolino. Annunciata in pompa magna e dopo una attesa di 7 mesi, la famigerata Zes (Zona economica speciale) unica si è rivelata un provvedimento poco utile per il nostro territorio e dalla portata trascurabile. Essa, infatti, comporta il divieto di cumulo con altri incentivi come i contratti di sviluppo, e l’attrattività del Mezzogiorno per i nuovi investimenti, esteri e non, vale soltanto il 17% del credito teoricamente assegnabile. L’ennesima brutta figura per un Governo che parla molto ma fa davvero pochi fatti”. A dichiararlo è il Sindaco di Caserta, Carlo Marino, presidente di Anci Campania .
“In questo modo – ha aggiunto il primo cittadino – abbiamo messo la parola fine alla intuizione del professor Claudio De Vincenti e allo slancio che la Zes aveva mostrato negli ultimi anni. Le Zes, per loro natura, sono aree limitate e funzionalmente collegate a porti ed interporti. Questa misura di macro area regionale meridionale non ha alcuna ragione d’essere senza risorse adeguate. È una sorta di contentino per tutti, che non produce alcun effetto concreto per lo sviluppo del nostro territorio. La destra si conferma capace solo di fare chiacchiere, senza avere la minima idea di come creare crescita e occupazione nella nostra terra né tantomeno dimostrando un interesse in tal senso. Parafrasando qualche esponente locale della destra: meglio il futuro. Certo, purché sia senza di loro. Dopo la scellerata legge sull’autonomia differenziata, che distrugge il Sud e contro la quale combatteremo attraverso il referendum, ora arriva quest’altra beffa per la nostra provincia. L’ennesima brutta figura per questa destra populista e inadeguata”.
LE CRITICHE – Le critiche si estendono anche alla visione complessiva della misura.
La ZES unica, che nelle intenzioni originarie doveva fungere da strumento per il rilancio economico del Mezzogiorno, sembra aver perso il suo slancio iniziale. La ZES, per sua natura, dovrebbe essere un’area limitata e strettamente collegata a porti e interporti, ma la nuova misura regionale non rispecchia questa caratteristica e manca delle risorse adeguate per essere realmente efficace. In sintesi, il provvedimento del 17 maggio 2024, pur essendo un passo formale verso l’implementazione del credito d’imposta nella ZES unica, è stato ampiamente criticato per la sua inefficacia e per le limitazioni imposte, che rischiano di vanificare gli sforzi di rilancio economico della regione meridionale.
Inoltre i Comuni contestano che la reale efficienza è ancorata alla capacità della “struttura di Missione” (il braccio operativo, mentre la cabina di regia è la mente della Zes Unica) di rispondere con velocità e competenza alle istanze provenienti dal territorio, in un’ottica di cooperazione. Gli enti locali temono lo spettro di un cortocircuito innescato da eccessiva lontananza degli organi decisori dall’area di applicazione delle misure. Ai Comuni non sfugge che la reale efficienza dell’intera riscrittura delle Zes sia ancorata alla capacità della “struttura di Missione” di rispondere con velocità e competenza alle istanze provenienti dal territorio, creando con lo stesso un sistema di solida cooperazione ed evitando lo spettro di un cortocircuito innescato da eccessiva lontananza degli organi decisori dall’area di applicazione delle misure. Tuttavia c’è da dubitarne: la riunione della Segreteria tecnica della ZES unica, prevista dal decreto-legge n. 124 del 19 settembre 2023, è stata convocata per l’esame del Piano Strategico, predisposto dalla Struttura di missione, a seguito di numerosi incontri con i vari portatori d’interesse, solo per il 24 luglio 2024!!
LA STORIA DELLA ZES; DA REGIONALE A UNICA – Come è noto, dal 1° gennaio 2024ha preso il via la ZES unica sud con la revisione totale del sistema e con il superamento delle mappe, degli elenchi e delle relative particelle comunali: per l’intero o quasi Sud Italia un’unica grande ZES. La legge di bilancio 2024 ha di fatto confermato la copertura finanziaria per l’anno 2024 del nuovo credito d’imposta in 1,670 miliardi di euro, destinati alle aziende che acquistano beni strumentali per implementare o insediare strutture produttive ubicate nelle zone assistite delle Regioni della ZES unica.
I numeri sono in chiaro scuro: fino all’introduzione della Zes unica erano incoraggianti per la Campania: la ZES aveva autorizzato investimenti che avrebbero potuto ‘richiamare’ investimenti intormo al miliardo.
• Area industriale di Valle Ufta: terminal scalo merci con area di smistamento;
• Porto di Salerno: nuova stazione metropolitana;
• Porto di Salerno: sistemazione della viabilità;
• Marcianise-Maddaloni: infrastrutture per la mobilità delle merci, piazzali e strade di accesso;
• Fisciano-San Severino: riqualifcazione viabilità;
• Battipaglia: potenziamento area della logistica e riqualifcazione viabilità;
• Nola: reindustrializzazione e recupero ambientale.
Dalla nuova ZES unica ora ci si aspetta un cambio di passo che coinvolga l’intero territorio incentivato, riprendendo magari il percorso e i principi che hanno accompagnato il varo delle ZES nel 2017, ovvero la nascita di veri e propri distretti industriali, sul modello polacco.
La sfida polacca è stata vinta proprio grazie alla creazione di distretti specializzati, collegati con scuole professionali e centri di ricerca scientifica e tecnologica, che hanno generato un forte indotto in termini occupazionali. Il mezzogiorno d’Italia ha tutti gli strumenti per replicare quanto è stato fatto di buono in giro per l’Europa, soprattutto non mancano le specializzazioni per costruire aree di sviluppo eterogenee tra loro, con il comune denominatore dell’eccellenza.
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lead generation dubai
20 Novembre 2024, 11:01Very informative post I really like it. Happy to hear about it more.
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