Cresce divario Nord-Sud. Marino all’Espresso: e con il PNRR sarà più evidente

Cresce divario Nord-Sud. Marino all’Espresso: e con il PNRR sarà più evidente

L’Espresso mette di nuovo il dito nella piaga. Al di là delle dichiarazioni di principio, della fine dei fabbisogni storici, della «nuova era Draghi» e del rifornimento miliardario assicurato dall’Europa, il  divario tra Nord e Sud non accenna a ridursi. Anzi cresce e diventa radicale. Il rischio è che si è pericolamente superato il punto di non ritorno per i Comuni del Mezzogiorno, ormai in ginocchio.
«Reggio Calabria, 182 mila abitanti, un Comune che sta uscendo a fatica dal dissesto e ha la spesa corrente bloccata; ha solo tré asili nido, realizzati con finanziamenti straordinari, ma non ha certezza sui fondi per pagare gli stipendi agli insegnanti ñ di sicuro non ne può aprire di nuovi – scrive Antonio Fraschilla sul settimanale – Caserta, quasi 80 mila abitanti, su 780 dipendenti previsti in pianta organica ne ha in servizio poco più di 200, vigili urbani compresi: mancano tecnici per fare i progetti per nuove iniziative ed esperti per partecipare ai bandi Ue. Casal di Principe, piccolo Comune di 20 mila abitanti, simbolo della filiera di paesi dell’entroterra del Sud che sono la maggioranza degli enti locali in questo pezzo d’Italia: il sindaco chiude si il bilancio, ma non ha i soldi per garantire l’illuminazione pubblica in tutti i quartieri ne per aprire una scuola. I Comuni del Sud stanno affondando. Erano già in crisi prima del Covid-19, la pandemia ha dato il colpo di grazia. II 30 per cento degli enti locali da Napoli in giù non riesce a chiudere i bilanci per disavanzi di amministrazione. Se a questi si aggiungono i Comuni in dissesto e pre dissesto significa che nel Meridione una popolazione di 14 milioni dì abitanti non ha già adesso servizi minimi garantiti e rischia di restare fuori dalla ripresa economica: perché in queste condizioni il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che per gli enti locali dovrebbe stanziare circa 30 miliardi di euro, passerà sopra le teste di un terzo degli abitanti del Mezzogiorno. Un esempio plastico di questo futuro imminente e beffardo, considerando che Bruxelles ha dato tanti soldi all’Italia per colmare i divari territoriali, arriva dal bando per realizzare nuovi asili nido pubblicato dal Miur con 700 milioni di euro già opzionati sul Pnrr. I criteri prevedono un premio per chi garantisce un cofinanziamento degli interventi, Risultato? Caserta non arriverà nemmeno a essere inserita in graduatoria, Reggio Emilia potrà realizzare altri asili in aggiunta ai sessanta che ha già operativi».

I NUMERI DEL DISASTRO La crisi economica e finanziaria dei Comuni, iniziata con il governo Monti e l’awio dell’austerity, oggi al Sud è arrivata a un punto di non ritorno. I numeri che l’Anci, l’associazione nazionale degli enti locali, ha consegnato al Parlamento nelle recenti audizioni in Camera e Senato lasciano pochi spazi ai dubbi. Su 3% Comuni in dissesto e predissesto, ben 304 sono al Sud e nelle Isole. Nel 2019, quindi già prima della pandemia, 1.119 Comuni registravano disavanzi, di questi 803 nel Meridione. Cifre che nel 2021 sono chiaramente aumentate. Numeri impietosi anche sul fronte della riscossione: in Sicilia il 50 per cento non riesce a riscuotere Tari, Imu e multe, in Calabria il 40 per cento, in Campania il 30 per cento. Anche qui, numeri in salita nell’anno della pandemia, visto che l’economia si e fermata.

MARINO: CON QUESTI NUMERI IL PNRR AL SUD E’ UN’ILLUSIONE  Il Sindaco di Caserta e Presidente di Anci Campania, Carlo Marino, nemmeno pensa che il suo Comune arriverà a essere ammesso in graduatoria: «II problema comunque non è solo economico. Noi avremo difficoltà a salire sul treno del Pnrr anche perché non riusciremo a fare i progetti. Faccio l’esempio del mio Comune, Nel 2016 avevo 570 di pendenti compresa la polizia municipale. Oggi con quota 100 e pensionamenti vari sono a 215 dipendenti e non ho ingegneri informatici o esperti in digitalizzazione: come faccio i progetti con il Pnrr che prevedono fondi proprio per la digitalizzazione o per il risparmio energetico?»

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