Decaro scrive al premier Conte: anche i Comuni sono aziende in crisi

Il Presidente di ANCI Nazionale, Antonio Decaro scriva al premier Giuseppe Conte e al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri per chiedere misure di forte sostegno alla vita dei Comuni, sia dal punto di vista sociale che economico. “Purtroppo, il Decreto “Cura Italia” non prevede quanto sarebbe necessario per le
Amministrazioni locali in tale situazione. Anche i Comuni sono un “settore in crisi”.
Questo è il testo della lettera.

Caro Presidente, Caro Ministro,
l’attuale fase emergenziale sta mettendo a dura prova la tenuta funzionale e
organizzativa dei Comuni sul piano operativo e, soprattutto, finanziario. I maggiori oneri
che gli enti stanno già ora sostenendo, e che dovranno continuare a sostenere per
fronteggiare l’emergenza, e, contestualmente, gli effetti, in termini di minori entrate,
avranno un impatto fortemente negativo e pericoloso sulla tenuta dei bilanci, approvati e
in corso di approvazione. In tale contesto, non vi nascondo la mia personale
preoccupazione e quella di tanti miei colleghi per un eventuale collasso dell’unica
istituzione di prossimità sul territorio nazionale.
Le misure che il Governo ha adottato per contrastare il diffondersi del virus sono
state sostenute dall’ANCI e i Sindaci di ogni schieramento politico stanno contribuendo
non solo a richiamare in modo responsabile le proprie comunità al rispetto delle
prescrizioni dei comportamenti individuali e collettivi, ma anche continuano a fare
l’impossibile per assicurare servizi in favore della cittadinanza.
Purtroppo, il Decreto “Cura Italia” non prevede quanto sarebbe necessario per le
Amministrazioni locali in tale situazione. Infatti, anche i Comuni sono un “settore in crisi”
al pari dei settori economici più esposti alle conseguenze dell’emergenza. Vedono
diminuire, già in queste settimane, il proprio “fatturato” – basti pensare alla crisi
drammatica del trasporto pubblico locale, le prospettive delle entrate si fanno più critiche
di giorno in giorno, si lavora in condizioni difficilissime per aumentare le capacità di
risposta ad una spesa emergenziale crescente.
Non possiamo aspettare l’evolversi della crisi, come sembra intendersi dalle norme
emanate, senza intervenire in modo sostanziale a sostegno degli Enti locali. L’ANCI
continuerà a fare le sue proposte, come fatto nei giorni scorsi, purtroppo con risultati
insoddisfacenti e non adeguati alla situazione. Tuttavia, mi permetto di richiamare la
Vostra autorevole attenzione su un punto fondamentale e su alcune proposte.
I Comuni hanno bisogno di una robusta e immediata iniezione di liquidità. Ciò si
può realizzare, anzitutto, anticipando pagamenti correnti dovuti, FSC e spettanze, già note,
che il Ministero dell’Interno deve pagare subito e per intero. Poi, quattro proposte
normative che hanno il carattere della indifferibilità e indispensabilità per la sopravvivenza
del sistema:
– destinare un miliardo per le spese di questo semestre, con l’istituzione di un
tavolo tecnico per concordare su come dimensionare e sostenere gli equilibri;
– liberare ulteriori quote di avanzo (le “vincolate” e le “destinate”), estendendo tale
possibilità agli enti in disavanzo;
– abbattere al 60% il Fondo crediti dubbia esigibilità (FCDE) obbligatoriamente
accantonato (sono quasi 5 miliardi di euro);
– estendere la sospensione delle rate dei mutui alla Cassa Depositi e Prestiti.
Credetemi, la mia non è una rivendicazione corporativa ma un grido d’allarme,
responsabile e consapevole, perché la crisi dei Comuni è già in atto e deve essere arginata
subito, non farlo esporrebbe l’intero Paese a rischi ancora maggiori in questo drammatico
momento.
Certo della Vostra attenzione, auspico quanto prima di condividere con Voi le mie
preoccupazioni e di trasfomarle in atti conseguenti.
Cordialmente

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