A seguito del tentativo fallito nella legge di conversione del Milleproroghe, nel nuovo decreto sulla Pubblica amministrazione i Comuni riescono a ottenere il salvagente per gli enti usciti dal dissesto.
La norma, emersa nelle ultime versioni come anticipato su Nt+ Enti locali & edilizia nei giorni scorsi, è sopravvissuta all’andirivieni di articoli e commi che ha accompagnato il testo fino alla soglia di Palazzo Chigi rappresentando una boccata d’ossigeno per un ampio gruppo di Comuni, soprattutto nel Mezzogiorno, che ora cercano di lasciarsi alle spalle gli effetti del default.
La questione è molto tecnica ma ha anche una significativa dimensione politica. Basti pensare che sul tema era intervenuto in prima persona il presidente dell’Anci, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, per chiedere a Governo e Parlamento di non caricare su amministrazioni locali già in difficoltà quello che sarebbe stato «un peso insopportabile». nasce da una norma di tre anni fa (articolo 16, comma 6-ter del Dl 115/2022) che per attuare una sentenza costituzionale ha chiesto ai Comuni destinatari di prestiti statali per lo sblocco dei debiti commerciali durante il loro dissesto di accantonare in bilancio una somma pari alle anticipazioni incassate e non ancora restituite.
La regola risponde a esigenze di equilibrio contabile, perché queste anticipazioni vanno restituite e l’obbligo deve quindi incidere sui margini di bilancio; ma all’atto pratico rischierebbe secondo i diretti interessati di rischiacciare i conti di molti Comuni. Di qui un fitto pressing politico, animato fra gli altri dal sindaco di Benevento Clemente Mastella, che anche quest’anno ha avuto successo.
In fatto di enti locali, il decreto Pa prova poi ad affrontare di nuovo la questione dei segretari nei piccoli Comuni. In particolare si prevede una sorta di scorrimento della graduatoria per l’assegnazione dei fondi destinati al pagamento dei segretari e non utilizzati dagli enti.
Le somme restituite «nel corso del medesimo esercizio finanziario», come precisa la versione finale della norma, potranno essere dirottate agli altri Comuni dell’elenco, nell’ordine della graduatoria originaria. La norma punta a utilizzare tutti i fondi messi a disposizione fin dalla manovra per il 2022, che però fin qui sono rimasti impigliati nelle difficoltà gestionali classiche quando in gioco c’è una pluralità di piccoli enti.
Una norma su misura punta poi a garantire un segretario anche al Comune di Lampedusa e Linosa, che potrà chiamare un iscritto alla fascia demografica superiore (quindi con retribuzione più alta) per compensare il disagio di dover andare a guidare l’amministrazione di un ente impegnativo oltre che in una condizione geografica peculiare.
(Fonte IlSole24Ore)
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