Comunità Rinnovabili. Morra: Campania con 35 mila impianti è tra le prime dieci regioni d’Italia

Comunità Rinnovabili. Morra: Campania con 35 mila impianti è tra le prime dieci regioni d’Italia

Presentato il dossier Comunità Rinnovabili, nell’ambito del Terzo Forum Clima ed Energia, che da qualche anno fotografa lo sviluppo delle fonti rinnovabili nei comuni della Campania, al fine di analizzare e raccontare l’innovazione energetica dal basso, vero motore della tanto acclamata transizione ecologica. Non c’è ormai più troppo tempo a disposizione per evitare l’innalzamento delle temperature globali. La sfida che abbiamo davanti è quindi quella di arrivare, in poco tempo, a soddisfare, mediante l’utilizzo di tecnologie pulite, i fabbisogni di aziende, famiglie, delle nostre comunità. L’evento si è tenuto presso il CeSMA del Polo Tecnologico dell’Università Federico II di Napoli.

Questo l’intervento del Sindaco di Pellezzano Francesco Morra, Delegato alle Politiche Ambientali di Anci Campania:

«I cambiamenti climatici sono in corso. Qualcuno fa finta di nulla, ma la realtà è diversa e ci richiama tutti a interessarci delle scelte che i Governi fanno sul clima. Consentire ai giganti del petrolio, del gas, del carbone di continuare a produrre energia in modo sporco non è più ammissibile. Nel 2015 l’Italia ha aderito agli Accordi di Parigi, che stabiliscono l’impegno di tutti i Paesi per restare ben al di sotto 2°C, impegnandosi per abbassare tale soglia a 1.5°C, come indicato dalla scienza per evitare le conseguenze peggiori. Dobbiamo alzare l’asticella e chiedere al Governo misure urgenti e concrete per fermare il riscaldamento globale.
La scienza ci ha messo in guardia: il clima sta cambiando più velocemente di quanto crediamo e per continuare a stare su un Pianeta vivibile com’è ora, dobbiamo mantenere l’aumento di temperatura entro 1.5°C. Abbiamo meno di 10 anni per farlo. Vuol dire dimezzare le emissioni globali al 2030 e arrivare a emissioni nette 0 nel 2050. Questo è possibile solo facendo investimenti nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica. Vuol dire cioè non solo dare un taglio al carbone e al petrolio, ma smetterla di puntare tutto sul gas: la transizione deve essere veloce o perderemo la sfida del clima.
Pochi giorni fa, a inizio novembre, a Glasgow, si è tenuta la Cop26, la conferenza Onu sul clima, alla quale hanno partecipato i Capi di Stato e di Governo dei principali Paesi Industrializzati. Si è riusciti a raggiungere qualche accordo nei confronti dei quali, però, si è registrata la resistenza di colossi quali la Cina e l’India, intenzionati a ridurre le emissioni di gas nell’atmosfera entro il 2070 e non il 2050 come più volte indicato anche da analisi provenienti dal mondo della scienza.
In qualità di delegato ANCI Nazionale all’Ambiente sento il bisogno di esprimere un giudizio di severità per quanto sinora NON è stato fatto. La responsabilità ricade soprattutto nei confronti dei Governi, che con l’adozione di determinate scelte politiche, influenzano, e non poco, il destino del nostro pianeta sull’aspetto climatico. Ora, però, davvero non c’è più tempo. La natura si sta ribellando e ci sta dando dei segnali chiari, che ogni anno vediamo concretizzarsi in cambiamenti climatici estremi, come violenti nubifragi, addirittura la formazione di cicloni o uragani nel nostro Paese, l’Italia, posizionata al centro del Mediterraneo, e quindi non propriamente soggetta a violenti fenomeni atmosferici come quelli verificatisi di recente. Un segnale che non possiamo più ignorare. Parlo anche a nome dei tanti colleghi, che come me guidano amministrazioni locali, che nel loro piccolo, possono e devono contribuire a dare il buon esempio attraverso campagne di sensibilizzazione sull’utilizzo delle fonti rinnovabili.
Nel 2019 aumentano impianti da fonti rinnovabili +7,4% rispetto al 2018
Con 35.709 impianti la Campania si conferma tra le prime 10 Regioni italiane con la maggior potenza installata. Il solare fotovoltaico è la tecnologia prevalente seguita dall’eolico. Sono 102 i comuni campani 100% rinnovabili dove le fonti rinnovabili sono in grado di produrre più energia elettrica di quella consumata dalle famiglie residenti. I dati provengono da un report di Legambiente e fotografano l’importanza dell’utilizzo delle fonti rinnovabili.

Una Campania riscaldata dal sole e alimentata dal vento. Grazie ai 35.709 impianti da fonti rinnovabili, presenti in tutti i Comuni a fine 2019, la Campania si conferma tra le prime 10 Regioni italiane con la maggior potenza installata, dove il solare fotovoltaico è la tecnologia prevalente con 34.939 impianti, pari al 97,8% del totale, seguita dall’eolico con 616 impianti pari all’1,7%.
Rispetto al 2018 complessivamente è stato registrato un ulteriore incremento del numero totale di impianti installati sull’intero territorio regionale, pari al 7,4%, dove il solare, con il 7,5%, è la tecnologia che ha visto il maggior incremento seguita dall’eolico con 1,3%. La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, nel 2019, è stata di 5.567 GWh, pari al 44,4% del toltale della produzione territoriale, con un incremento del 5,2% rispetto allo scorso anno. Infine, in termini di potenza installata, dal 2008 ad al 2019 è stato registrato un incremento del 201,7%. Il fotovoltaico ha fatto registrare i più alti tassi di crescita con valori del 5.276,1%. Una crescita sicuramente in termini assoluti importante ma che dal 2014 in poi ha visto un drastico rallentamento. È questo, in sintesi, il quadro che emerge dal Rapporto Comuni Rinnovabili Campania di Legambiente.
l ruolo degli stati membri, nel rispetto del principio di sussidiarietà, rimane fondamentale: l’elaborazione e l’attuazione delle politiche energetiche e sulle rinnovabili sono di competenza degli Stati membri; l’implementazione delle indicazioni per l’abbattimento delle barriere amministrative attiene all’azione delle singole pubbliche amministrazioni, centrali e locali; la regolazione di un accesso alla rete in grado di favorire la diffusione di fonti rinnovabili rimane di competenza delle autorità nazionali (anche l’ipotesi di agenzia europea contenuta nel terzo pacchetto di liberalizzazione non interferisce con tale aspetto); la scelta e la quantificazione dei sistemi di incentivazione è autonoma e, purché rispetti i principi definiti dalla giurisprudenza comunitaria, consente di destinare ad intere categorie industriali ingenti risorse senza che siano applicate le stringenti normative sugli aiuti di stato.
Sulla scorta di queste indicazioni, posso concludere sostenendo che, al di là delle ottimistiche previsioni esposte da analisti ed esperti del settore, il cambiamento deve innanzitutto partire da ciascuno di noi, senza che questa “rivoluzione” si trasformi in retorica spicciola. Ci giochiamo il futuro del pianeta, che si spera possiamo consegnare alle future generazioni in una condizione di vivibilità degna ed adeguata a quelle che sono le esigenze di ogni singolo cittadino, senza dimenticare il rispetto per l’ambiente e per la natura»

Francesco Morra

Posts Carousel

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked with *

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos