Impatto della migrazione sanitaria sulle casse regionali: in Campania necessaria una gestione strutturata

Impatto della migrazione sanitaria sulle casse regionali: in Campania necessaria una gestione strutturata

Ogni cittadino può scegliere da chi farsi curare nell’esercizio della libera scelta. E’ quanto avviene in Italia e negli altri Paesi dell’U.E. Nel nostro Paese, però, essendo la gestione sanitaria di competenza regionale, il fenomeno migrazione impatta sulla finanza regionale. In sede di riparto del F.S.N. le Regioni con saldi migratori passivi – e la Campania è in cima alla classifica – ricevono meno risorse. Si tratta pur sempre di somme che lo Stato versa alle Regioni che accolgono i “migranti sanitari” garantendo loro le prestazioni. La migrazione sanitaria è dunque un fenomeno strutturale e complesso che va studiato e governato. Dal 2013 al 2022, la migrazione sanitaria – in volumi economici – ha avuto un trend pressoché stabile (da 3.928 a 4.312 mln di euro). I ricoveri sono il 69% dei flussi migratori mentre le prestazioni specialistiche (esami di laboratorio, TAC, Risonanze magnetiche, etc.) pesano per il 17%. In base ad un recente studio condotto da AGENAS, il 62% dei flussi migratori è fisiologico, essendo riferito a soggetti che fruiscono di prestazioni sanitarie nel luogo in cui abitualmente lavorano pur risiedendo in altre regioni o – ed è la fetta maggiormente significativa – riguarda ricoveri ad alta complessità (il 41% del totale). Per questi interventi, i migranti sanitari scelgono perlopiù le strutture accreditate (il 74%). Il flusso migratorio è tendenzialmente diretto da Sud a Nord. I prospetti che seguono illustrano il trend della migrazione sanitaria (Fonte: AGENAS)

La Campania è la regione col peggiore saldo migratorio anche a causa di vincoli normativi che le impediscono di aumentare i volumi prodotti in mobilità attiva. E gli accordi bilaterali con le regioni confinanti – previsti dalla Legge n. 178 del 2020 – sebbene costituiscano “adempimento”, non sono di certo la soluzione al problema. Sta di fatto che la Campania continua a macinare saldi negativi di mobilità sanitaria. Nell’anno 2022, il saldo migratorio è costato – in sede di ripartro del F.S.N. – circa 266 mln di euro. La migrazione sanitaria riduce le risorse destinate ai campani di circa 40 euro pro capite. I prospetti che seguono illustrano il trend della migrazione passiva della Campania per ricoveri, con focus sul flusso migratorio verso la Lombardia e per tipologia di intervento.

Dall’analisi dei dati si evince che circa 1/3 dei ricoveri dei campani presso strutture della Lombardia riguarda patologie del sistema muscolo scheletrico e che il 94% dei ricoveri è avvenuto in strutture private accreditate. Seguono – con il 18% – i ricoveri per patologie dell’apparato cardiocircolatorio di cui l’89% sempre presso strutture private accreditate. Le principali strutture meta dei cittadini campani sono: l’Istituto Humanitas (16%), l’IRCCS San Raffaele (9%), l’IRCCS San Donato (7%), l’Istituto Europeo di Oncologia (6%) e l’Istituto Nazionale Tumori di Milano (3%). Complessivamente, il flusso migratorio campano per circa il 10% è di prossimità e per il restante 90% è verso le regioni del Nord. Inoltre, per quel che concerne la tipologia della struttura erogante prestazioni ai migranti sanitari, il 34% è una struttura pubblica e il 66% è privata accreditata.


Il Direttore Scientifico e Responsabile del Dipartimento Salute Anci Campania

Antonio Salvatore

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