Una due giorni intensa, appassionata, durate la quale tutta la «squadra» Anci nazionale e regionale si è confrontata sui temi più attuali e aperti.
Senza nessun risparmio di energia, con grande determinazione e competenza per trovare linee di indirizzo comune e combattare la battaglia unitaria a sostegno dei Comuni di tutta Italia. Per Carlo Marino, presidente di Anci Campania, si è trattato di «un evento di grande spessore politico, e di assoluto valore associativo e umano. Momenti nei quali il confronto è stato di altissimo livello, anche grazie al contributo di personalità del mondo Anci come Veronica Nicotra e Antonella Galdi. Un appuntamento che ci permette ora di fare passi decisivi nella direzione di una maggiore compenetrazione tra strutture nazionali e regionali, una sinergia che valorizzi l’unità nella diversità. L’Anci è una sola e per questo occorre potenziare i nostri specialismi e trasferire le buone pratiche di un’associazione regionale come benchmark per tutte le altre».
Grande apprezzamento anche da Nello D’Auria, segretario generale di Anci Campania che non ha mancato di sottolineare che Anci Campania è un esempio per la «costruzione di un modello associativo fatto di continui e consolidati legami con i territori e con le sedi istituzionali, a partire dalla Regione Campania. Lavorare sui progetti, comunicare le iniziative, formare gli amministratori a partire dagli under 35: è questa la nostra mission».
E’ toccato poi al presidente nazionale Antonio Decaro, presente sia alla sessione del Coordinamento dei Presidenti e dei Segretari nazionali sia all’assemblea dei sindaci della Campania, che si è tenuta subito dopo, indicare quali sono le posizioni di tutta Anci su Pnrr, mandato dei sindaci, abuso d’ufficio, semplificazione, anticipazione ai Comuni. I temi, come si vede, che i sindaci di trovano di fronte, e che stavolta hanno il conforto e la parola del «numero uno» dell’associazione. Un contributo di chiarezza che detta la linea di Anci.
TERZO MANDATO – E’ uno di punti più “sentiti” dai sindaci. Alcuni, come il Coordinatore dei Piccoli Comuni, Stefano Pisani, hanno chiesto chiaramente l’abolizione dei limiti di mandato per tutti. Decaro ha risposto: «Chiediamo che il Parlamento rifletta sul terzo mandato dei sindaci, visto che siamo l’unico Paese europeo che prevede un limite di due mandati. Il sindaco può essere bocciato dai cittadini, mentre ci sono parlamentari che nessuno conosce e che vengono continuamente eletti anche per sei o sette volte». Decaro ha sottolineato che «il Lussemburgo prevede quattro mandati, e gli altri Paesi Europei nessuno. Il sindaco di Parigi può candidarsi quante volte vuole e può fare anche il parlamentare, mentre da noi il Parlamento ha paura dei sindaci, di un deriva autoritaria legata all’elezione diretta del primo cittadino». Decaro si è sofferato anche sulle riforme elettorali come quelle per il presidente della Provincia: «Se dovesse tornare l’elezione diretta dovranno tornare alle Province anche le funzioni, che potrebbero essere quelle delle città metropolitane, che hanno perso funzioni e acquisito poteri di coordinamento, di indirizzo e di programmazione. Altrimenti è solo un modo epr creare nuovo ceto politico».
DUE COSE DA CHIEDERE SUBITO AL GOVERNO – Ci sono due cose da chiedere subito al Governo: portare l’anticipazione dei spesa dei Comuni dal 10 al 30% in modo che i Comuni che non hanno cassa possano pagare le ditte e si evitano il passaggio di denaro tra ministeri, Comuni e altri enti. La seconda è la semplificazione, utilizzando quello che è stato fatto per l’edilizia scolastica. E’ necessaria – ha detto Decaro – una vera semplificazione amministrativa, con un’unica conferenza di servizi che decida in un mese, e non solo per le opere del Pnrr che già seguono una procedura semplificata. Anche perché il responsabile della stazione unica appaltante è sempre lo stesso, e se gli semplifichiamo la vita per le opere normali, avrà più tempo per il Pnrr».
ABUSO D’UFFICIO – «Va riformato, perché è necessario che vengano individuati i confini certi della responsabilità dei sindaci, ma non si dica, come fa qualche ministro, che siamo noi sindaci a voler far eliminare dall’ordinamento questa fattispecie di reato, perché non è vero. Un sindaco – ha aggiunto Decaro – non può essere ritenuto responsabile per una buca nell’asfalto o se si allaga un sottopasso, perché il sindaco ha una responsabilità politica, come quella di assegnare fondi ai singoli settori amministrativi comunale; se non fa questo è responsabile. Non esiste un reato di ruolo. E poi va sempre ricordato il dato secondo cui il 93% dei sindaci indagati per abuso d’ufficio non viene neanche rinviato a giudizio. Dunque come primi cittadini vogliamo sapere con certezza il confine di ciò che possiamo fare, il nostro perimetro di responsabilità. Abbiamo un ministro della Giustizia che è un ex magistrato e un Sottosegretario che è un avvocato, per cui sanno bene cosa chiediamo».
IL PNRR – E’ il punto su cui Decaro ha battuto di più i pugni perché, ha detto, bisogna «smentire il luogo comune dei sindaci che non sanno spendere. Nion è vero e lo abbiao dimostrato con i fatti. Da dati dell’Anac si evince che attualmente sono stati impegnati con gare già appaltate il 60% delle risorse che fin qui sono state assegnate ai Comuni. Non si può dire la stessa cosa dei Ministeri, della Ferrovie dello Stato, delle Regioni. Per cui non ci rompete le scatole con la storia che i Comuni non riescono a spendere, altrimenti tiriamo fuori questi dati, come quelli degli altri enti. Ad aprile – ha concluso Decaro tra gli applausi – i Comuni italiani hanno bandito 41mila gare per un importo superiore ai 17 miliardi di euro, dunque se si pensa che finora sui 40 miliardi in totale destinati ai Comuni ce ne sono stati assegnati 32-33, vuol dire che sono già in gara il 60% delle risorse. E sugli asili nido abbiamno sentito la solita storia che il Sud non è in grado di farli: è una storia falsa. Al momento siamo tra il 70 e l’85% delle gare completate per gli asili. E il Sud non è in ritardo, solo che ne deve fare di più perché così è stato previsto per ridurre il gap con il resto d’Italia».
Leave a Comment
Your email address will not be published. Required fields are marked with *