Il Ministero della Salute, con ordinanza 11 dicembre 2020, ha disposto la riclassificazione del livello di rischio di alcune Regioni. Basilicata, Calabria, Lombardia e Piemonte, da oggi, sono in zona gialla.
La Campania, invece, resta in zona arancione. A questo punto la domanda sorge spontanea: come mai? Per rispondere al quesito, sono state elaborate 2 schede: la prima accoglie gli indicatori che hanno condotto alla determinazione della “Classe di Rischio”, desunti dal Report n. 30 elaborato dalla Cabina di Regia (con dati aggiornati al 9 dicembre 2020); la seconda, invece, illustra il confronto degli indicatori delle Regioni finite in zona gialla con quelli della Campania, in zona arancione.
Ma ancor prima di trovare le differenze, si segnala la circostanza che la Cabina di Regia, con il suo ultimo Report, ha aumentato il livello di rischio della nostra Regione: da basso a moderato. Nonostante gli indicatori del monitoraggio epidemiologico della nostra Regione, negli ultimi 7 giorni, siano migliorati, i tecnici ministeriali hanno comunque ritenuto di tenere in stato d’allerta la Campania, per via della resilienza dei servizi sanitari territoriali. Osservata speciale è la percentuale dei tamponi positivi – tolti quelli eseguiti per attività di screening e di re-testing – superiore, a loro dire, alla soglia d’allerta del 12%. Il dato rilevato nella settimana di riferimento (dal 2 al 9 dicembre 2020) si attesterebbe al 14,8%; dacché l’allerta. Alcuna valutazione è stata, invece, operata in merito al case-mix epidemiologico, che, come più volte evidenziato, in Campania è decisamente migliore delle altre Regioni.
L’analisi comparativa dei dati epidemiologici ci dice che quelli della nostra Regione sono analoghi a quelli delle Regioni finite in zona gialla. Anzi, in molti casi sono anche migliori. Inoltre, alcune Regioni a confronto sono state classifcate a rischio moderato (Calabria, Lombardia e Piemonte) come la Campania, che tuttavia resta arancione. Ma anche sulla percentuale dei positivi sui tamponi eseguiti i conti non quadrano. I prospetti che seguono illustrano le percentuali delle Regioni oggetto d’analisi.
I prospetti accolgono i dati resi noti quotidianamente dal Mi.S.A. e ISS. E’ pacifica la circostanza che in Campania, nelle ultime due settimane, la percentuale media dei positivi sui tamponi eseguiti sia sempre inferiore alla soglia d’allerta del 12%. Con ogni probabilità, e a condizione che la curva epidemiologica non inverta la tendenza, anche la Campania finirà a breve in zona gialla.
Ad ogni buon conto, la Giunta Regionale della Campania, con delibera n. 542 del 2 dicembre 2020, ha ulteriormente potenziato la Rete di Assistenza Territoriale, implementando percorsi di gestione per renderla maggiormente efficiente. Fornite anche Linee di Indirizzo per l’esecuzione di test antigenici rapidi per la ricerca del virus Sars-Cov-2. Potranno eseguire test rapidi non solo i laboratori d’analisi e gli studi medici autorizzati, ma anche le farmacie che abbiano personale adeguatamente formato e che siano state inserite nella piattaforma regionale. Bisogna, tuttavia, operare un doveroso distinguo. I test antigenici rapidi eseguiti con card a lettura visiva (cd. “saponetta”) potranno essere eseguiti dai Laboratori, dai Medici di Base e dalle Farmacie. I test antigenici rapidi, che richedono invece strumentazione, potranno essere eseguiti solo dai Laboratori d’analisi. In ogni caso, il costo a carico del cittadino non potrà essere superiore ai 20 euro.
Il Direttore Scientifico e Responsabile dello Sportello Salute ANCI Campania
Antonio Salvatore
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