La spesa sanitaria cresce, ma tra pochi anni rischia di non essere sostenibile

La spesa sanitaria cresce, ma tra pochi anni rischia di non essere sostenibile

E’ noto che il nostro Sistema Sanitario Nazionale sia affetto da alcune criticità: sottostima sistemica delle risorse finanziarie rispetto ai fabbisogni effettivi, grave carenza e migrazione di personale, liste d’attesa, disuguaglianze sociali e territoriali. Il tutto in un contesto macroeconomico tutt’altro che rassicurante. L’economia rallenta e il debito pubblico aumenta. Dal 2020 a settembre 2023 il debito pubblico è lievitato di circa 430 mld di euro (+18%). Per diretta conseguenza è aumentato il fabbisogno di cassa, cresciuto anche a causa dell’impennata dei tassi d’interesse. Nel 2019 gli interessi sul debito pubblico impattavano sul bilancio dello Stato per circa 60 mld di euro. Nel 2024 il costo del debito salirà a circa 89 mld per poi superare i 104 mld nel 2026. Dati che inducono fondatamente a ritenere che la parola d’ordine sia “sostenibilità”, con la quale purtroppo si dovrà confrontare anche il nuovo S.S.N. I prospetti che seguono illustrano i dati del Bilancio pluriennale dello Stato 2024/2026 (Fonte: Disegno di Legge agli atti parlamentari della XIX legislatura n. 926 –Istat, Banca d’Italia e CIPESS – Elaborazione a cura del Dipartimento Salute Anci Campania).


 

Il costo del debito pubblico assorbe circa il 12% delle risorse destinate alla spesa corrente. Nel 2024 tale percentuale salirà al 14% (circa il 3% del PIL). In un tale contesto, la Legge di Bilancio 2024 prevede un incremento del livello di finanziamento del FSN di 3 mld per il 2024, di 4 mld per il 2025 e di 4,2 mld a decorrere dal 2026. Tali risorse sono finalizzate, in modo particolare, a rafforzare il personale del S.S.N., ad abbattere le liste d’attesa – coinvolgendo maggiormente le strutture private accreditate intervenendo sugli attuali vincoli della spending review in materia di “tetti di spesa” – a consentire la sostenibilità dei nuovi LEA, a potenziare l’assistenza territoriale con riferimento ai maggiori oneri per la spesa del personale dipendente da destinare alle strutture intermedie previste dalla missione 6 del PNRR. Risorse che finanzieranno il fabbisogno sanitario standard cui concorre lo Stato. Il prospetto che segue illustra il finanziamento del F.S.N. dal 2013 al 2023 rapportato alla popolazione italiana calata in 10 anni di ben 834 mila unità. (Fonte: delibere CIPESS – Elaborazione  a cura del Dipartimento Salute di Anci Campania).

 

Nonostante dal 2021 al 2023 il finanziamento indistinto pro-capite sia passato da 1.963 euro a 2.052 euro (+ 4,5%), nell’analogo periodo il tasso medio d’inflazione – impattante sui costi di erogazione delle prestazioni sanitarie – è stato quasi il doppio. E sebbene il trend sia in calo (nei primi 9 mesi del 2023 il tasso è calato dall’11,6% al 5,3%), resta il nodo della sottostima delle risorse rispetto ai fabbisogni reali. Per la Campania la situazione è ancora peggio. Alla detta sottostima si aggiunge il patologico fenomeno dei criteri di riparto. Nel solo triennio 2021 – 2023, la Campania ha ricevuto in media circa 260 mln di euro in meno l’anno. Ogni cittadino campano riceve mediamente 47 euro in meno rispetto alla media nazionale. Il prospetto che segue illustra il riparto delle risorse del FSN triennio 2021 – 2023 e la relativa quota capitaria in base alla popolazione residente (Fonte: Delibere CIPESS e atti della CSR – Elaborazione a cura del Dipartimento Salute di Anci Campania).


Il Direttore Scientifico e Responsabile del Dipartimento Salute Anci Campania 

Antonio Salvatore

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