Dopo 20 anni di programmazione sanitaria basata sulla spesa storica declinata nel rispetto dei limiti tassativi imposti dalla Spending Review, la Campania decide di mutare approccio col comparto privato accreditato della specialistica ambulatoriale. Un comparto che, giova evidenziare, produce circa l’80% delle prestazioni annuali rese ai cittadini, a fronte del 20% erogato dalle strutture sanitarie pubbliche.
Pertanto, vanno in soffitta i budget di branca – difficilmente governabili – e spazio ai budget di struttura. Per procedere all’assegnazione dei budget ai singoli operatori, si partirà dalla D.G.R.C. n. 354 del 4 agosto 2021 che, nell’anno 2021, ha disciplinato circa 40 mln di prestazioni ordinarie e 9 mln integrative per il recupero delle liste d’attesa formatesi durante la pandemia.
Una riforma che, con ogni probabilità, sarà apprezzata da alcuni e contestata da altri. Gli operatori accreditati avranno a disposizione un budget da ripartire in dodicesimi onde garantire la continuità assistenziale tutto l’anno. Inoltre, sarà previsto un limite alle prestazioni che potranno essere erogate a pazienti provenienti da altre Regioni d’Italia. L’assegnazione dei budget ai singoli operatori avverrà in base alla loro “quota di branca” rilevata sulla loro produzione media 2020/2021.
In ogni caso, la spesa complessiva non potrà eccedere quella stanziata per il 2021, salvo ulteriori integrazioni conseguenti alla recrudescenza della pandemia.
I prospetti che seguono illustrano i volumi di prestazioni e correlati limiti di spesa oggetto di assegnazione ai privati accreditati (Fonte: D.G.R.C. n. 599 del 28 dicembre 2021).

Il Direttore Scientifico e Responsabile del Dipartimento Salute ANCI Campania
Antonio Salvatore