Progetti Sai, presentato a Gragnano il vademecum per gli operatori: “L’accoglienza parte da qui”

Progetti Sai, presentato a Gragnano il vademecum per gli operatori: “L’accoglienza parte da qui”

Istituzioni, realtà del terzo settore e cittadini a confronto su sfide e opportunità legate all’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati accolti nei Progetti SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione). È stato questo il tema centrale dell’importante convegno “L’Accoglienza di Domani, Sfide e Dinamiche Evolutive”, che si è tenuto presso l’aula consiliare del comune di Gragnano, con la presenza di amministratori e addetti ai lavori.


Organizzato dall’amministrazione comunale, in collaborazione con ANCI Campania e il Consorzio di cooperative sociali Matrix, l’incontro è stato una preziosa occasione per analizzare il lavoro dei Comuni e l’andamento dei percorsi di inclusione rivolti ai migranti, partendo da casi concreti.
Durante l’evento è stato inoltre presentato da Rosa Milano e Enza Papa un vademecum, nato dalla co-progettazione di ANCI Campania e Consorzio Matrix, volto alla semplificazione della governance multilivello delle progettualità SAI: una raccolta di buone pratiche in materia di accoglienza migranti messe sotto la lente di ingrandimento in un’accezione molto ampia come azioni che possono migliorare le performance degli enti locali nella gestione dei progetti SAI e che pertanto costituiscono esempi di buona amministrazione conducendo a risultati concreti nel miglioramento dei servizi offerti.


INTERVENTO SINDACO D’AURIA AL CONVEGNO SULLA ACCOGLIENZA

L’Italia è uno dei Paesi europei maggiormente interessati dall’ingresso irregolare di persone provenienti da Paesi extra UE, sia per quanto riguarda le rotte marittime che, con particolare riferimento ai confini del nord-est, quelle terrestri. Si tratta di flussi nell’ambito dei quali, nel corso degli anni, è stata riferita una sempre più frequente presenza di minori e persone con vulnerabilità.

I SAI hanno come obiettivo principale la (ri)conquista dell’autonomia individuale dei richiedenti/titolari di protezione internazionale e umanitaria accolti.  Diventa, pertanto, essenziale collocare al centro del Sistema di Protezione le persone accolte, le quali non devono essere beneficiari passivi di interventi predisposti in loro favore, ma protagonisti attivi del percorso di accoglienza e di inclusione sociale.

La rete SAI, dopo 22 anni di attività, ha acquisito caratteristiche precise e si pone come un modello di accoglienza flessibile esemplare a livello internazionale. Proprio alla luce del suo percorso evolutivo, ha bisogno di un “tagliando”: sono, infatti, necessari degli adeguamenti che consentano di superare alcuni affaticamenti burocratico-organizzativi.
Li riassumo in tre punti.

Il primo, quello più importante, e Anci lo ha detto a tutti i tavoli, è quello di dare continuità temporale ai progetti, superando il limite della triennalità.
Mi auguro che Anci possa trovare una intesa con il ministero dell’Interno e il ministro Piantedosi affinché questo punto diventi operativo già dal 2025.
 
Il secondo punto è quello di assicurare la maggiore stabilità possibile sia al sistema di accoglienza che agli operatori che vi operano nei singoli progetti, con fondi certi e stabili. Solo così il modello SAI, che ha la sua forza proprio nella capacità di adattarsi al meglio alle diverse tipologie di persone da accogliere, potrà diventare davvero un progetto strutturale, come la norma prevede.

Il terzo punto è di fare in modo che le esperienze di questi anni possano tradursi in regole generali che consentano di coniugare in modo virtuoso la collaborazione istituzionale tra Stato e Comuni, insieme al terzo settore. A tal proposito il tema dei costi dei progetti è centrale.
Anci ha annunciato l’avvio di una commissione di studio con Istat per elaborare parametri oggettivi. Vogliamo arrivare ad una standardizzazione per l’avvio di nuovi progetti 2024-2025, auspicando una partecipazione sempre maggiore dei Comuni.

Tre punti preliminari per un sistema importante perché quando parliamo di SAI parliamo di numeri e cifre rilevanti (i famosi 35 euro a migrante accolto).
Sono state 54.512 le persone accolte nel 2023 nei SAI, con un aumento di 2,4% rispetto al 2022. Il 76,9% (41.923) dei beneficiari sono stati accolti nei progetti per accoglienza ordinaria; il 21,2% (11.550) nei progetti per minori stranieri non accompagnati; il 2% (1.039) nei progetti per persone con esigenze di carattere sanitario e disagio mentale.

Il 90% delle persone accolte nel SAI nel 2023 ha meno di 40 anni: le fasce d’età più rappresentate sono quelle che vanno dai 18 ai 25 anni (30,3%) e quella dai 26 ai 40 anni (31%). 16.209 i minorenni accolti, pari al 29,7% dei beneficiari.

Vi renderete conto, alla luce di numeri e delle tipologie di persone accolte, che non è possibile un intervento che vada bene per tutti.
Occorrono “progetti sartoriali” che si possono realizzare grazie al ruolo degli enti locali che, insieme al terzo settore, orientano gli interventi in relazione alle caratteristiche dei territori su cui insistono. Un intervento in un SAI dei Monti Lattari è certamente diverso da quello che si può fare a Novara, nella Pianura padana e finanche a Caserta.
Vi voglio infatti riferire i dati del 2023 da cui si capisce come i Comuni taliani, quelli del Sud in particolare, sono coinvolti nella rete Sai. Ecco i dati che forse ben pochi conoscono, anche tra gli addetti ai lavori.
Quasi un Comune su 4 (1953 Comuni) è interessato dalla rete SAI, coinvolte tutte le città metropolitane. Oltre il 50% sono piccoli Comuni, sotto i 5.000 abitanti, interessate in misura significativa le aree interne del Paese.
Sono 529 gli enti attuatori che, in partenariato con i Comuni, attuano materialmente i progetti personalizzati di accoglienza e inclusione sociale, grazie al lavoro di più di 22.000 operatori coinvolti, di cui il 62% è donna.
Al 30 giugno 2024 sono 881 i progetti della Rete SAI (633 ordinari, 208 per minori non accompagnati, 40 per persone con disagio mentale o disabilità) affidati a 746 enti locali titolari di progetto (653 comuni, 15 Province, 28 Unioni di Comuni, comprese le Comunità Montane e le Unioni Montane di Comuni, e 50 altri enti tra Aziende Sociali Consortili, Ambiti Territoriali, Comuni Associati, Comunità Comprensoriali, Consorzi, Distretti Sanitari, Società della Salute) coinvolgendo in totale 2.000 comuni. I posti attivi sono 38.317, la Campania è la seconda regione, dopo la Sicilia, per posti attivi: sono 4018.

Il dato che balza agli occhi è quest’ultimo: 2000 Comuni, un quarto di tutti i Comuni d’Italia, che coinvolgono 22mila operatori.
In questo quadro, in questo scenario importante, diventa centrale la formazione degli operatori SAI e in questo il vademecum realizzato dal Consorzio Matrix in collaborazione con Anci Campania è un prezioso strumento anche a livello nazionale.
La formazione di base riveste infatti particolare importanza nel rafforzamento dei servizi di accoglienza SAI e delle competenze, patrimonio di conoscenze e capacità dei territori. Il nostro vademecum assicura l’acquisizione di conoscenze di carattere generale richieste per lo svolgimento dell’attività lavorativa ed è indispensabile per le figure professionali coinvolte nei servizi del progetto perché è realizzato con un approccio multidisciplinare.

La formazione di base, proposta dal vademecum Anci-Matrix può essere altresì una buona occasione di aggiornamento e di approfondimento non solo per gli operatori dei SAI della Campania ma anche per il resto della rete del Sistema di Accoglienza, nonché per gli enti locali che sono coinvolti nell’accoglienza di adulti e minori sui loro territori o che sarebbero interessati ad attivare specifici servizi in merito.

 

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