Telefonate, lettere anonime, incendi. Secondo il dossier di Avviso Pubblico, anche nel 2024 non accennano a dimimuire le intimidazioni ad amministratori locali in tutta Italia. Maglia nera la Campania con 34 anni che strappa il triste ‘primato’ alla Calabria.
Il rapporto di Avviso Pubblico del primo semestre del 2024 ha evidenziato un preoccupante aumento del 20,6% nelle minacce a amministratori e amministratrici locali rispetto allo stesso periodo del 2023. Sono stati registrati 193 casi in 16 regioni italiane, con un notevole incremento in Campania (34 casi) e Veneto (19 casi). Altre regioni colpite includono Puglia (27 casi), Sicilia (23 casi), Calabria (17 casi), Toscana e Lazio (13 casi ciascuna).
Gli atti intimidatori comprendono incendi di case, auto e municipi, aggressioni fisiche, atti vandalici, minacce via social, lettere e messaggi minatori, scritte offensive sui muri e sui manifesti elettorali. Tali episodi si sono verificati soprattutto durante l’ultima campagna elettorale, con il 17% dei casi censiti rivolti a candidati e candidate alle elezioni amministrative di giugno.
Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico, ha sottolineato «l’importanza di monitorare attentamente i periodi elettorali e di garantire la sicurezza sui territori per prevenire e contrastare questi fenomeni». Ha inoltre evidenziato «come l’hate speech sui social media, la sfiducia nella politica e il crescente astensionismo contribuiscano ad alimentare un clima incivile e pericoloso».
Il rapporto ha anche analizzato le province più colpite e ha rilevato una maggiore incidenza di intimidazioni verso gli uomini (72 casi) rispetto alle donne (28 casi). Montà ha infine auspicato l’emanazione di un decreto che stanzia fondi per ristorare i danni subiti dagli amministratori locali e per promuovere la cultura della legalità tra i giovani.
Preoccupa soprattutto quanto registrato nel corso dell’ultima campagna elettorale, che ha visto oltre 3.700 Enti locali chiamati a rinnovare i propri consigli comunali: il 17% dei casi censiti di minacce e intimidazioni nel periodo considerato sono stati rivolti a candidate e candidati alle elezioni amministrative tenutesi a giugno.
«La crescita del fenomeno dimostra che occorre più attenzione a maggiore attenzione e presenza delle istituzioni al fianco degli amministratori minacciati perché la vicinanza dello Stato, oltre a far sentire meno soli sindaci, assessori e consiglieri, può servire da deterrente per chi minaccia – dice Carlo Marino, presidente di Anci Campania e sindaco di Caserta – Il fenomeno delle intimidazioni è in crescita, come dimostra il dossier di Avviso Pubblico, e sta cambiando. Oggi le minacce hanno anche origine in un malcontento suscitato da una decisione amministrativa o scatenato dal disagio sociale. Che in casi estremi si trasforma in minaccia. Inoltre sta crescendo l’intimidazione via social, attraverso l’uso del web. Un fenomeno contro cui lo Stato ha armi abbastanza spuntate. Potrebbe essere utile puntare maggiormente sulla sensibilizzazione e la comunicazione – conclude Marino – e attivare una collaborazione strutturale anche sul versante delle intimidazioni, tramite lo scambio di informazioni per segnalare più rapidamente alla polizia postale casi di minacce via social».
Queste alcune delle principali tipologie di intimidazioni messe in atto: incendi di case, auto e municipi sono stati registrati a Buggiano (Potenza), Seclì (Lecce), Gela (Caltanissetta) e Bosa (Oristano); aggressioni a Campobello di Licata (Agrigento), Artena (Roma) e Rivoli (Torino); atti vandalici nei confronti di comitati elettorali a Pescara, Giulianova (Teramo) ed Empoli (Firenze); minacce, offese e diffamazioni via social ai candidati e alle candidate a Bari, Colle Val d’Elsa (Siena) e San Giorgio del Sannio (Benevento); lettere e messaggi minatori a Mirandola (Modena), Manfredonia e Isole Tremiti (Foggia); scritte offensive e minacciose sui muri e sui manifesti elettorali ad Albenga (Savona), Cellino Attanasio (Teramo) e Torre Annunziata (Napoli). A Terricciola (Pisa) un candidato sindaco, poi eletto primo cittadino, è stato investito da un’auto guidata da un sostenitore di una lista avversaria. Senza dimenticare i colpi di arma da fuoco esplosi a Casal di Principe (Caserta), nel giorno dell’apertura dei seggi.
Per il presidente di Avviso Pubblico Montà, diventa dunque cruciale fare argine contro «l’esercizio del potere della forza, che vìola i paradigmi della democrazia», visto che in molti casi le vittime non segnalano alle autorità minacce “minori”, che poi nel tempo si aggravano: «Si tratta di mancate denunce che prendono le mosse da una sottovalutazione dei reati – osserva Montà -, cosa che rappresenta sempre un grave errore».
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