Spalmadebiti: per ora 500 milioni, ma è un pasticcio. Altri 2,2 miliardi ai Comuni

Spalmadebiti: per ora 500 milioni, ma è un pasticcio. Altri 2,2 miliardi ai Comuni

Alla fine, il nuovo spalma-debiti non c’è nel Dl Sostegni bis. Come avevamo anticipato nel testo approvato in CdM si è deciso solo di riservare alle amministrazioni più colpite 500 milioni inizialmente destinati a rifinanziare il fondo per gli enti in deficit strutturale. Ma occorrerà un intervento più ampio, questo è evidente.

Intanto il Sostegni bis rinvia al 31 luglio i bilanci preventivi e consuntivi per gli enti interessati in varia misura dal problema (sono circa 1.400, di cui 800 appunto finiti sull’orlo del fallimento tra cui Comuni come Napoli o Torino), con l’ intenzione di ripescare nella legge di conversione un salvagente definitivo (in ogni caso tra fine luglio e inizio agosto).
Per ora, i 500 milioni sono riservati ai casi più gravi (circa 320 Comuni, tra cui Napoli che otterrebbe un terzo della dote), dove la drastica riduzione (da 30 anni a 3, o comunque entro la fine dei mandati amministrativi) dei tempi per coprire il deficit da anticipazioni di liquidità imporrebbe di accantonare una somma superiore al 10% delle entrate correnti 2019. E gli altri? Per ora il problema viene congelato con il rinvio dei bilanci al 31 luglio, che comporta in pratica un obbligo prolungato di gestione in dodicesimi piuttosto problematico per il rilancio di programmi e investimenti, nell’ attesa di sviluppi.

LE ALTRE MISURE: RITORNANO GLI AIUTI ALIMENTARI – Nel complesso valgono 2,2 miliardi. Per consentire ai Comuni di alleggerire la Tari richiesta alle attività chiuse o semi-chiuse dalle restrizioni anti-Covid dei primi mesi 2021 viene istituito un fondo da 600 milioni. A guidare il riparto saranno le stime sull’ agevolazione massima per ciascun Comune contenute nel Dm sulla certificazione dei fondi Covid.
Altri 500 milioni vengono destinati alla replica della «solidarietà alimentare», l’ aiuto comunale alle famiglie più povere che ora si occuperà anche di affitti e bollette oltre che delle spese di prima necessità. I fondi saranno distribuiti per metà in rapporto alla popolazione, e per l’ altra metà in base alla distanza fra il reddito pro capite nel Comune e la media nazionale.
Altri 450 milioni alle Regioni servono a rinforzare le linee più affollate del trasporto pubblico, anche con l’aiuto dei privati, e 50 milioni vanno ad aziende e Pa per scaglionare gli orari di lavoro (ma bisogna avere il mobility manager). Per compensare l’ imposta di soggiorno ci sono altri 100 milioni.

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