Straordinario presidio dei Sindaci a Santi Apostoli, una sola voce al Governo: firma subito l’FSC

Straordinario presidio dei Sindaci a Santi Apostoli, una sola voce al Governo: firma subito l’FSC

Al netto delle polemiche, delle (blande) cariche della polizia, degli insulti fuori onda e dell’ignavia del Governo che ha preferito «chiudere» Palazzo Chigi e dintorni e farlo presidiare dalle forze dlel’ordine che si sono mostrate comunque molto professuionali, quella di venerdì 16 febbraio 2024 è stata per gli amministratori della Campania una giornata straordinaria.
Pochi gli assenti (e chi lo era aveva avuto torto), i Sindaci e gli amministratori hanno mostrato una compattezza, un senso civico e istituzionale senza precedenti. Mille e cinquecento in Piazza Santi Apostoli a Roma, 30 bus, molti in treno e in auto private,  per dire al Governo una cosa semplice, chiara e netta: oggi abbiamo fatto 250 chilometri per difendere i nostri territori, la nostra gente, i nostri figli.
Basta con i ritardi sul Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC), basta con i ping pong buracratici che impediscono una rapida firma dell’Accordo di Coesione e strangolano la Campania.
Si fissi una data, si dia un segnale di attenzione al Sud e ai Comuni della Campania che attendono da 18 mesi l’FSC e il Fondo operativo complementare, oltre  6 miliardi senza i quali la regione si ferma, gli investimenti e i servizi si fermano. 
«Il nostro obiettivo – ha detto dal palco il Presidente di Anci Campania, Carlo Marino, acconato a lui il governatore Vincenzo De Luca – è chiaro e concreto: chiedere con forza che vengano fornite alle nostre città e ai nostri comuni le risorse necessarie per garantire gli investimenti, le infrastrutture civili e culturali e i servizi.
Vogliamo far capire all’Italia intera che la sostenibilità delle nostre comunità, lo sviluppo e il futuro dipendono da un adeguato supporto finanziario e che senza l’erogazione in tempi certi del Fondo Sviluppo e Coesione quasi 200 Comuni della Campania rischiano il fallimento».

«Questo è un momento – ha aggiunto Marino – in cui, al di là delle appartenenze politiche e partitiche, dobbiamo essere protagonisti perché ciò che ci unisce e ci interessa è solo la volontà di garantire un futuro migliore ai nostri figli, di tutelare la nostra gente».

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