Terra dei fuochi, si punta a un nuovo modello che operi uno choc operativo e culturale. Morra: disponibili a collaborare

Terra dei fuochi, si punta a un nuovo modello che operi uno choc operativo e culturale. Morra: disponibili a collaborare

Si è tenuto presso la Prefettura di Napoli un importante tavolo dedicato alla situazione della Terra dei Fuochi, con la partecipazione del prefetto di Napoli Michele Di Bari, di quello di Caserta, Lucia Volpe, del commissario straordinario generale Giuseppe Vadalà, dei rapprsentanti delle diverse forze di popolizia e di Anci Campania.
L’incontro ha segnato una forte ripresa delle iniziative, anche alla luce della storica sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) del 30 gennaio 2025, che ha condannato l’Italia per la gestione inadeguata del fenomeno e ha imposto precise misure correttive da adottare entro due anni.
La sentenza della CEDU, infatti,  ha richiesto allo Stato italiano di:
1) Adottare un approccio strategico complessivo e coordinato, con chiara delimitazione delle competenze per evitare la frammentazione delle responsabilità.
2) Definire un meccanismo indipendente di monitoraggio della situazione e delle misure introdotte.
3) Istituire una piattaforma informativa pubblica, accessibile e comprensibile, che raccolga tutte le informazioni rilevanti sulla Terra dei Fuochi.
Queste misure sono considerate fondamentali per  garantire la tutela effettiva del diritto alla vita e alla salute dei cittadini residenti nell’area.

Morra con il prefetto Di Bari

Il Modello “Terra dei Fuochi”  – Sulla scia delle indicazioni europee, le Prefetture di Napoli e Caserta, in collaborazione con il commissario Vadalà e il supporto del Ministero per il contrasto agli incendi dolosi di rifiuti, stanno elaborando un piano straordinario di controlli basato su un nuovo “modello sperimentale” di prevenzione. Questo modello, già parzialmente operativo, si concentra su:
a) Settori a rischio come edilizia e tessile, in particolare dove si riscontra lavoro nero.
b) Controllo dei campi rom e degli sversamenti abusivi derivanti da svuotacantine, anche attraverso l’uso intensivo di droni.
c) Analisi di “area vasta” (comprendente ben 34 Comuni) per individuare i luoghi di produzione dei rifiuti abbandonati, le direttrici di trasporto e le reti economiche coinvolte nello smaltimento illecito.
d) Azioni mirate per disarticolare i nodi dei sistemi di traffico e smaltimento illegale dei rifiuti.

Criticità e Sfide – Durante l’incontro sono stati evidenziati alcuni punti critici, a partire dalle sanzioni per i reati ambientali sono giudicate troppo basse rispetto alla gravità dei danni e ai profitti derivanti dallo smaltimento illegale, riducendo l’efficacia della prevenzione; dalla vastità del fenomeno e dalla complessità delle operazioni di bonifica che rendono difficile un controllo capillare e tempestivo.

Il Ruolo dei Comuni e la Rete di Collaborazione –  Il presidente f.f. di Anci Campania, Francesco Morra, ha ribadito la disponibilità delle amministrazioni comunali a collaborare nel nuovo modello organizzativo, come già avviene con le pattuglie interforze. I Comuni della Terra dei Fuochi hanno peraltro già implementato:
1) Squadre di vigilanza per il controllo del territorio e l’identificazione di discariche abusive.
2) Progetti di bonifica e ripristino ambientale delle aree contaminate.
«Tuttavia – ha sottolineato Morra -, nonostante gli sforzi, la situazione resta critica e solo una forte sinergia tra commissario, prefetture e comuni potrà portare a un nuovo modello realmente efficace contro l’illegalità ambientale capace, come ha detto il prefetto Di Bari di operare uno choc operativo e culturale».
«Quest’incontro – ha concluso Morra – può rappresentare un punto di svolta per la governance della Terra dei Fuochi. L’attuazione delle misure richieste dalla CEDU e il rafforzamento della collaborazione istituzionale sono condizioni essenziali per affrontare in modo sistemico e duraturo una delle emergenze ambientali più gravi d’Italia».

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