Le colonie feline, che rappresentano un patrimonio prezioso per la biodiversità urbana, richiedono attenzione e cura per garantire il benessere dei gatti che ne fanno parte.
La tutela delle colonie feline è sancita dalla Legge Quadro n. 281/1991, che stabilisce: «I gatti che vivono in stato di libertà sul territorio sono protetti ed è fatto divieto a chiunque di maltrattare o di allontanarli dal loro habitat. S’intende per habitat di colonia felina, qualsiasi territorio o porzione di territorio, urbano e non, edificato e non, sia esso pubblico o privato, nel quale risulti vivere stabilmente una colonia felina, indipendentemente dal numero dei soggetti che la compongono e dal fatto che sia o meno accudita dai cittadini.»
Ricordo inoltre che i felini che vivono in stato di libertà sono protetti anche ai sensi degli articoli 544-bis, 544-ter del Codice penale che sancisce in caso di maltrattamenti o uccisione, sanzioni pecuniarie e reclusione. Spesso la mancanza di consapevolezza sulla tutela dei gatti randagi genera conflitti tra chi se ne prende cura e chi vede i felini come una “minaccia” al decoro urbano o, peggio, per motivi di spiccata intolleranza.
Palesemente è un problema culturale più che pratico, legato alla mancanza di sensibilità e di empatia. La divulgazione delle normative a tutela per gli animali, a volte, non è sufficiente. Bisogna essere presenti sul territorio ed avere la volontà di spiegare ogni volta sia necessario, quelli che sono i diritti ed i doveri degli animali e di coloro che li accudiscono.Lavorare affinché i nostri amici animali siano tutelati è una missione, lo si fa per giustizia ma soprattutto per amore.
Vorrei, proprio per ridurre i contrasti e le relative tensioni tra i volontari e chi mal sopporta i gatti, elencare otto regole da ottemperare e previste dalla normativa regionale:
1) I gatti che vivono in libertà sono tutelati dalle istituzioni.
2) È vietato a chiunque maltrattare o spostare dal loro territorio i gatti che vivono in libertà o le colonie feline.
3) Le colonie feline sono censite e monitorate dal servizio veterinario ASL, che redige ed aggiorna la mappatura con registrazione nei sistemi informatici regionali della colonia felina censita. La cattura dei gatti che vivono in libertà è consentita unicamente per la sterilizzazione e per le cure sanitarie necessarie per il loro benessere.
n.b.: la sterilizzazione protegge i gatti da infezioni e malattie come la FIV,( immunodeficienza), e la FeLV,( leucemia felina). Inoltre, le femmine, grazie all’ intervento, vengono protette da possibili malattie a carico dell’apparato riproduttivo. Per i maschi, la castrazione è un forte disincentivo rispetto alle lotte per la difesa del territorio, che potrebbero avere delle conseguenze mortali.La FIV e la FeLV non sono assolutamente trasmissibili all’ uomo.
4) I gatti che vivono in libertà possono essere soppressi solo nei casi previsti dalla normativa vigente.
5) Le colonie feline possono essere gestite da cittadini o dalle Associazioni iscritte all’Albo, a cui compete in occasione delle sterilizzazioni, il compito di prelevare i felini, trasportarli presso il servizio veterinario ASL per l’intervento di sterilizzazione e dopo il tempo necessario di essere messi in libertà e quindi rimetterli nelle colonie di appartenenza.
I detentori, le associazioni, i volontari che gestiscono le colonie feline hanno l’obbligo di monitorare i gatti che ne fanno parte, le loro condizioni di salute e sopravvivenza, avvalendosi della collaborazione dei medici veterinari. Inoltre, devono garantire una corretta igiene ambientale dei luoghi di permanenza della colonia.
È fatto obbligo a coloro che accudiscono le colonie, di garantire la pulizia ed il decoro delle aree adibite alle attività necessarie alla tutela delle stesse.
6) Le colonie feline possono essere spostate dalla zona in cui risiedono ad altra zona, preventivamente individuata, SOLO PER GRAVI E DOCUMENTATE NECESSITÀ delle colonie stesse.
Lo spostamento ad altro sito idoneo all’accoglienza dei gatti è autorizzato dal Sindaco, previo parere del servizio veterinario ASL.
7) I Comuni singoli o associati, possono dedicare aree all’accoglienza dei gatti liberi che non possono essere reintegrati nelle colonie di appartenenza per accertati problemi fisici, a seguito di prestazioni sanitarie.
8) I gatti che vivono in libertà, anche se non appartenenti a colonie feline dichiarate, devono essere sterilizzati dal servizio veterinario dell’ASL, anche con la collaborazione di medici veterinari convenzionati. I gatti liberi o appartenenti a colonie feline, una volta sterilizzati, sono identificati mediante apposizione di microchip, iscritti in Banca dati ed intestati al Sindaco del Comune di cattura.
Ricapitolando è bene, al fine di tutelare i gatti randagi, assumere il giusto atteggiamento in primis per il loro benessere, curando sia l’aspetto clinico, cioè, monitorando il loro stato di salute, prestando all’occorrenza le cure veterinarie come le vaccinazioni, trattamenti antiparassitari e assistenza sanitaria per prevenire malattie e migliorare la qualità della vita degli animali. Indubbiamente il benessere delle colonie feline è legato anche all’alimentazione ed alla qualità dell’ambiente.
Fornire cibo adeguato e acqua pulita in punti di alimentazione sicuri e lontani dai pericoli, sono una necessità.
Così come è importante creare un rapporto disteso e possibilmente di complicità con le persone che risiedono o con gli esercenti di attività commerciali, in prossimità di colonie feline.
Un’altra fondamentale necessità è la collaborazione tra tutti coloro che si prodigano per il benessere animale. Bisogna creare una rete solidale per essere più incisivi.
Concludo asserendo che la protezione delle colonie feline non è solo un atto di rispetto verso gli animali, ma anche un gesto di civiltà e responsabilità ambientale. Ogni contributo, piccolo o grande, può fare la differenza per garantire una convivenza armoniosa tra esseri umani e animali.
Adriana Giusti
Delegata Anci Campania Commissione per i diritti degli animali d’affezione
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