«A questi ragazzi dobbiamo offrire una vera prospettiva: arrivano qui da noi per vivere, non per sopravvivere». Giovanni Galano, Garante regionale dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Campania, parla ai volontari impegnati ogni giorno accanto ai tanti minori stranieri non accompagnati (Msna), ospitati lungo tutto il territorio della Campania.
In una sala “Nassiriya” del Consiglio regionale gremita, per prendere parte alla cerimonia di inaugurazione e alla prima giornata del corso per Tutori di Msna e intraprendere il percorso formativo promosso dalla Regione Campania per favorire un sano inserimento sociale. Come è noto, infatti, il fenomeno migratorio ha assunto negli ultimi anni un carattere strutturale che ha comportato l’arrivo in Italia di un cospicuo numero di minori stranieri non accompagnati. A protezione di essi il legislatore ha ritenuto necessario disciplinare la tematica con la legge 47/2017, che attribuisce ai Garanti Regionali per l’Infanzia e l’Adolescenza il compito di selezionare e formare Tutori volontari. Secondo le ultime stime difatti, in Italia si contano circa 560 minori nelle carceri e la metà più uno sono immigrati.
«Senza una buona accoglienza rischiamo solo di creare i delinquenti di domani: per rispettare le regole bisogna anche favorire un tessuto sociale vivo» aggiunge Galano illustrando, davanti ad una platea ricca di autorità ed esperti in materia, il corso, totalmente gratuito, che offre a 50 tutor impegnati in Campania quattro giornate di formazione specifica con focus su moduli fenomenologi, giuridici, sociosanitari e psicologici.
Alla presentazione sono intervenuti, tra gli altri, anche il prefetto di Napoli, Michele Di Bari, il Presidente del Consiglio regionale, Gennaro Oliviero, il Garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello, la procuratrice al Tribunale per i Minorenni di Napoli, Maria de Luzenberger e il presidente del Tribunale per i Minorenni di Salerno, Piero Avallone.
Quest’ultimo, ricordando l’importante protocollo d’intesa siglato a marzo 2024 tra Anci Campania e la Prefettura di Salerno sulla dispersione scolastica, ha evidenziato l’indispensabile ruolo dei tutor che ad oggi risultano ancora operatori volontari. «Questo lavoro non può essere fatto da volontari – ha spiegato Avallone – perché è un lavoro impegnativo, il tutore ha una funzione determinate di controllo propositivo: i tutori ci devono aiutare a controllare come vengono spesi i soldi dello Stato che devono essere spesi bene per inserire questi minori fino all’affido familiare».
Significativo, l’intervento di Maria de Luzenberger che ha invece richiamato a far fronte comune, visto soprattutto l’odierno scenario internazionale e la realtà decadente di molte strutture dove, segnala la procuratrice «abbiamo trovato persino dispense con cibi scaduti forniti come pasti ai ragazzi. Mai come ora – aggiunge – “c’è molto bisogno di tutori, c’è ne sono ancora troppo pochi».
Per il prefetto di Napoli (al centro della in alto), invece, la “battaglia” è innanzitutto culturale: «Qui – precisa – c’è una sfida culturale significativa perché noi abbiamo una serie di strumenti ma spesso non abbiamo le risorse per affrontare il problema, in questo quadro le istituzioni a loro volta si devono caricare di speranza affinché la passione dei volontari diventi coscienza collettiva che man mano si deve far carico di una maggiore consapevolezza».
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