Marino: “Il divieto alla candidatura nella legge elettorale regionale è uno schiaffo ai sindaci”

Marino: “Il divieto alla candidatura nella legge elettorale regionale è uno schiaffo ai sindaci”

“Starebbe emergendo un accordo che trascura e vilipende le ragioni dei Sindaci della Campania. A essi si impone, in maniera autoritaria e arbitraria, il divieto alla candidatura, sbandierando una ineleggibilità che serve unicamente a garantire le ragioni dei consiglieri uscenti. Se queste anticipazioni fossero vere, ci troveremmo di fronte a un brutale e immotivato schiaffo ai Sindaci”. Lo sostiene Carlo Marino, presidente Anci Campania.
“Nonostante l’ampia disponibilità di Anci Campania a trovare una soluzione equa e condivisa, manifestata nel corso dell’incontro con il presidente della Prima commissione, Giuseppe Sommese, si procede calpestando la logica e le aspirazioni dei Sindaci e rafforzando, invece, i privilegi di chi considera i primi cittadini ostacoli da rimuovere e non risorse per le comunità e il territorio. Chiedo allora al Presidente Consiglio regionale e, in particolare al Presidente della Prima commissione (che abbiamo incontrato con un’autorevole delegazione di Sindaci), di accogliere le giuste richieste dei Sindaci improntate ad assoluto buonsenso, cancellando ogni impedimento. Se questo non avverrà, Anci Campania non esiterà a far valere le proprie istanze anche nelle sedi giudiziarie, ritenendo il veto alla candidatura per tutti i sindaci un vulnus inaccettabile per l’autonomia e l’integrità degli enti locali”, conclude Marino.

L’INTERVENTO DI PISANI – «Mentre la corte costituzionale ha stabilito il limite di 20.000 abitanti per la candidabilità al parlamento, alcuni Consiglieri Regionali della Campania brigano per ottenere l’incadidabilità, anche dei sindaci di paesi con 200 abitanti!», dice il coordinartore dei Piccoli Comu ni e sindaco di Pollica, Stefano Pisani.
«Una scelta grave e di pochi, che continua nel solco di dimenticare e mortificare i CITTADINI delle aree marginali della nostra regione che conta ben 350 comuni con meno di 5.000 abitanti, dove lo spopolamento e la mancanza di una azione poderosa ci porterà a perdere in poco tempo risorse inestimabili e non ricostituibili, ma soprattutto si perpetuerà il mancato ascolto di chi vive e vuole rimanere in questi territori chiedendo Sanità, Mobilità e tutti quei servizi necessari ad una vita dignitosa.
In passato abbiamo assisto alla riduzione del numero dei parlamentari, facendo passare un accentramento del potere delle segreterie di partito, come un risparmio di spesa, ma che ha avuto quale unico effetto il quasi totale azzeramento della rappresentanza delle aree meno popolose del nostro paese.
Oggi, senza alcuna logica, il Consiglio Regionale della Campania, vieta di fatto ai sindaci dei comuni sotto i 5.000 abitanti di candidarsi ad offrire un’adeguata rappresentanza degli interessi di importanti aree della nostra regione, dei cui molti parlano, ma per i quali poco si è fatto!
Il tentativo di autocoservazione della specie, da parte di pochi, spesso può portare ad effetti ben peggiori di quelli che si è inteso evitare. Una siffatta norma difficilmente potrà reggere ad una impugnazione e a quel punto ci sarà da chiedersi cosa accadrà anche al terzo mandato del Presidente De Luca».

L’INCONTRO DELLA DELEGAZIONE ANCI CAMPANIA CON SOMMESE

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