Quasi la metà dei Comuni campani con bilanci zeppi di crediti da riscuotere

Quasi la metà dei Comuni campani con bilanci zeppi di crediti da riscuotere

Il sistema della autonomie locali atraversa un momento di difficoltà. Il 16% circa dei Comuni italiani presenta disavanzi importanti, trovandosi in stato di dissesto o pre-dissesto. Una situazione amministrativa a cui contribuisce l’incapacità di riscossione di molti di questi di comuni. Le Regioni che hanno il non invidiabile primato di avere bilanci zeppi di partite finanziarie da riscuotere sono la Calabria con 244 Comuni (62,1%), la Sicilia con 150 (45,3%), la Campania con 229 (42,3%) e il Lazio con 137 (35,5%). La sentenza 120 del giugno 2021 della Corte Costituzionale- che ha chiarito la necessità di fermare le attuali metodologie di riscossione, e di ridefinizione dei pesi finanziari connessi agli aggi percepiti da agenti privati concessionari- ha ribadito ulteriormente l’improrogabile esigenza di un’ampia riforma sulla riscossione.
Per consentire agli enti locali coinvolti di uscire da tale impasse, Anci ha richiesto al Governo di riformare il Tuel. Un’istanza che è stata accolta e che sarà ridiscussa nell’ambito dell’imminente riunione della Conferenza Stato-città ed autonomie locali. Il Tavolo avvierà l’impellente riforma del Titolo VIII del Tuel (che disciplina le norme degli Enti locali deficitari o dissestati crisi) e lavorerà sulla predisposizione di una norma “generale e straordinaria” di partecipazione al finanziamento delle passività complessive residue, riguardante tutti gli enti in piano di riequilibrio. Il secondo tema affrontato dal Tavolo sarà la riforma del Fondo crediti di dubbia esigibilità e dalla revisione dell’attuale disciplina restrittiva sull’utilizzo degli avanzi vincolati per gli enti in disavanzo.

I FABBISOGNI STANDARD – Ma c’è anche una buona notizia. Il Mef ha definito ieri gli obiettivi di servizio per i comuni delle Regioni a statuto ordinario, stanziando 215,9 milioni di euro nella legge di bilancio 2021. Una misura di riequilibrio finanziario che consentirà ai comuni di compiere un primo passo verso il superamento della criterio della spesa storica, basandosi invece su quello dei fabbisogni standard, incrementando così la spesa per il sociale e il welfare. Come riporta la testata Italia Oggi, con le risorse aggiuntive gli enti potranno:

– assumere assistenti sociali a tempo indeterminato qualora l’incidenza del numero di assistenti sia inferiore a 1 su 6.500 abitanti;

– assumere altre figure professionali specialistiche necessarie per lo svolgimento del servizio;

– incrementare il numero di utenti serviti;

– migliorare i servizi sociali comunali in relazione ad un paniere di possibili interventi.

L’utilizzo delle risorse dovrà essere ovviamente rendicontato. Un primo passo verso la definizione dei Lep di cui tanto necessità il Paese.

 

 

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