Il recente decreto ministeriale n.289/2023 del 20 novembre emesso dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (CLICCA PER LEGGERE), noto anche come la “Circolare Salvini,” ha suscitato un acceso dibattito tra gli ingegneri italiani.

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha espresso preoccupazioni sulla interpretazione della circolare, sottolineando che va oltre il nuovo codice e rischia di creare incertezze nelle attività dei Responsabili Unici del Procedimento (RUP). Gli ingegneri evidenziano che l’articolo 50 del Codice dei Contratti è chiaro nell’autorizzare l’applicazione di affidamenti diretti e procedure negoziate senza bando per lavori pubblici e servizi al di sotto delle soglie Ue. Anche l’Oice ha condiviso le preoccupazioni, sottolineando che, sebbene l’intervento del Ministero sia giusto, sarebbe preferibile un intervento legislativo per replicare chiaramente le clausole del precedente codice e sanare alcune anomalie presenti nel decreto 36. Il presidente del Cni, Angelo Domenico Perrini, sottolinea che una circolare non può modificare una legge e che, nonostante gli sforzi di chiarificazione, i dubbi persistono.

L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha apprezzato la “marcia indietro del governo” in favore della concorrenza, ma ha sottolineato che la circolare da sola potrebbe non essere sufficiente e che sarebbe necessaria una modifica di legge. L’ANAC ha evidenziato che l’obbligo di affidamento diretto per contratti sopra i 140.000 euro avrebbe limitato la concorrenza e danneggiato le imprese.

In conclusione, la circolare Salvini continua a dividere gli ingegneri italiani, con il Cni che solleva critiche sulla sua interpretazione del codice dei contratti e l’Oice che sostiene l’apertura al mercato, ma invita a modifiche per garantire una maggiore chiarezza e conformità con le linee guida Anac. Il dibattito rimane aperto, e sarà interessante seguire lo sviluppo di ulteriori discussioni e potenziali modifiche normative.