Fsc prove di dialogo. Fitto: lavoriamo all’intesa. De Luca: non siamo interessati a polemiche. Marino e Decaro: ora bisogna chiudere l’Accordo

Fsc prove di dialogo. Fitto: lavoriamo all’intesa. De Luca: non siamo interessati a polemiche. Marino e Decaro: ora bisogna chiudere l’Accordo

Prove di dialogo in vista della firma dell’Accordo di Coesione. In un’iniziativa promossa dalla Fondazione Merita alle Gallerie d’Italia di Napoli dal titolo: «Dove l’Europa incontra il Mediterraneo», sul futuro del Sud Italia e del suo ruolo nel Mediterraneo, si sono incontrati il Ministro per le Politiche di coesione, Raffaele Fitto, e il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Archiviati i toni sfidanti delle scorse settimane, si è tornati a quelli sobri e istituzionali, con una stretta di mano finale. Le distanze restano, non c’è stato nessun faccia a faccia, ma sembra si sia imboccata una strada che potrebbe portare in tempi brevi alla sigla dell’Accordo di Coesione e all’erogazione dei 5,9 miliardi del Fsc alla Campania. Almeno è quello che confidano i 550 Sindaci della regione.

FITTO E DE LUCA – «Si lavora anche all’intesa con la Campania, come già fatto per 17 regioni, sui fondi di sviluppo e coesione – assicura il Ministro  -. Ci sono i tavoli con le regioni per quanto riguarda l’accordo del fondi di sviluppo e coesione ed e è un lavoro che stiamo facendo nei luoghi istituzionali. I tempi per l’intesa con la Campania? – sottolinea Fitto – Stiamo lavorando, su tutte le regioni c’è una interlocuzione di carattere tecnico a me non piace enfatizzare perché non sono abituato che discorsi di carattere istituzionali diventino scontri di carattere politico, non è nel mio dna. Per quanto riguarda la Sardegna che ha votato adesso inizieremo un lavoro, stiamo lavorando con la Puglia, la Sicilia e la Campania. La complessità di queste regioni deriva anche dal fatto soprattutto dalla mole di risorse perché definire un accordo di coesione per un importo nettamente inferiore è un conto, definirlo per diversi miliardi di euro è un altro – conclude – se l’obiettivo è quello di costruire un accordo in modo serio e rispettoso dei ruoli istituzionali non ci sono difficoltà di nessun genere». «Vi pare normale – ribatte De Luca  – parlare di Fondi sviluppo e coesione e invece di cominciare dalla Campania si inizia dalla Valle d’Aosta: è una cosa demenziale ed offensiva per la dignità di Napoli e della Campania non solo per il peso politico che ha la Campania, ma anche perché la Campania è l’area di maggiore sofferenza sociale d’Europa. Era doveroso iniziare il lavoro dalla Campania. Nessuno di noi è interessato a polemiche inutili e men che mai la Regione Campania, che si caratterizza per due linee: burocrazia zero e problemi concreti, non ideologici». L’impressione è che il gelo dei mesi scorsi sia alle spalle e che si sia aperta una fase nuova, pur mantenendo ognuno le proprie posizioni.

MARINO E DECARO – A incalzare il Governo per fare presto non solo la Regione, ma anche Anci. Il Presidente di Anci Campania e Sindaco di Caserta, Carlo Marino: «Ora bisogna chiudere. Sono d’accordo sul fatto che bisogna garantire coerenza tra Pnrr, programmi europei e fondo Sviluppo e Coesione, ma la competenza del Governo nazionale non può andare oltre questo. Il piano sviluppo e coesione della Campania lo fa la Campania, non il Governo nazionale. Noi abbiamo avuto con il ministro Fitto una interlocuzione di profilo istituzionale, e in modo pacato e sereno gli abbiamo detto: intanto dacci le risorse per completare i progetti della tranche 2014-2020, sganciandole da tutto il resto. Invece il Governo si è chiuso a riccio, mettendo così a repentaglio la stabilità finanziaria di ben 280 Comuni della Campania».

«La storia del Pnrr è una storia di successo ed è l’unico caso in cui viene citata la performance dei comuni italiani, Noi il nostro lavoro lo abbiamo fatto – ricorda Antonio Decaro, Presidente Anci nazionale e sindaco di Bari, in video collegamento – La commissione europea anche sulle politiche dei fondi di coesione vorrebbe trasferire il modello Pnrr e noi siamo d’accordo – aggiunge – del resto al livello territoriale del comune si può vedere l’interazione tra Pnrr e fondi di coesione. Noi il nostro lavoro come Comuni lo abbiamo fatto ma bisogna lavorare in squadra».

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