L’anno 2020 lascerà un segno indelebile nella nostra memoria. Una lunga scia di lutti e una crisi economica epocale, che rischia di lacerare irreversibilmente il tessuto socio-economico del Bel Paese. Il nemico invisibile ha decimato i nostri genitori, i nostri nonni. Si dice che quando muore un anziano, brucia una biblioteca: niente di più vero.
L’emergenza da coronavirus, poi, è uno scenario di sicuro interesse per la criminalità organizzata; c’è il rischio di finire in un torbido sistema di welfare assicurato dalle mafie. Una situazione, dunque, assai complessa. Bisognerà trovare la lucidità necessaria per un radicale cambiamento, per niente facile. La pandemia ha messo a nudo le strutturali criticità del nostro sistema salute, che andrà pertanto ricostruito. Le massicce risorse messe in campo dall’Europa rappresentano indiscutibilmente un’occasione irrepitibile per ri-costruire un sistema Paese fondato sulla “salute”, quale suo pilastro portante.
I 15 mld di euro ipotizzati per la sanità, da destinare alla costruzione di nuovi ospedali, alla ristrutturazione e ammodernamento tecnologico di quelli esistenti, nonché al potenziamento dell’assistenza territoriale, appaiono tuttavia del tutto insufficienti. Bisognerà declinare nuove modelli organizzativi, facendo tesoro degli errori commessi in questi anni. In Europa, il nostro Paese ha il triste primato per letalità: il 3,5% dei contagiati è deceduto. La Germania, pur in presenza di un numero elevato di contagi, ha un tasso di letalità dell’1,9%.
Un dato che si commenta da solo. Il prospetto illustra la circolazione virale e la letalità rilevati nel 2020 nei 10 Paesi europei maggiormente caratterizzati dal denomeno diffusivo.
La Campania è la Regione italiana che detiene il minor tasso di letalità. Il prospetto che segue accoglie la diffusione epidemica nelle singole Regioni e il tasso di letalità.
La piana lettura dei dati ci dice che il tasso di letalità italiano è del 3,5%, mentre quello della Campania è dell’1,5% (meno della metà): il più basso d’Italia.
Inoltre, poiché la prima fase della pandemia ha riguardato prevalentemente le Regioni del Nord mentre la seconda è stata maggiormente omogenea, l’analisi della letalità è stata condotta anche con riferimento al trimestre ottobre – dicembre 2020.
Ancora una volta, la Campania presenta il minor tasso di letalità (1,3%), rispetto alla media nazionale del 2,1%: il 40% in meno.
Il prospetto che segue illustra la diffusione epidemica nelle singole Regioni e il tasso di letalità rilevati nella seconda fase della pandemia.
Nelle ultime tre settimane l’indice Rt è cresciuto e, purtroppo, è lievitato, anche in Campania, il numero dei ricoveri in terapia intensiva. Bisogna mantenere la linea del rigore, onde evitare una crescita esponenziale della diffusione virale.
Il Direttore Scientifico e Responsabile dello Sportello Salute ANCI Campania
Antonio Salvatore
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