Terzo mandato, Marino al Presidente Decaro: “Riconoscerlo anche ai Sindaci dei grandi Comuni”

Terzo mandato, Marino al Presidente Decaro: “Riconoscerlo anche ai Sindaci dei grandi Comuni”

Il Presidente di Anci Campania Carlo Marino ha inviato una nota al Presidente nazionale Antonio Decaro, e per conoscenza alla Segretaria Generale, Veronica Nicastro, per chiedere un’iniziativa finalizzata a risolvere in modo equo il problema del terzo mandato per i Sindaci di Comuni che hanno oltre 15 mila abitanti (SCARICA E LEGGI).

Marino valuta estremamente positivo il risultato conseguito con il decreto legge del 25 gennaio in cui è stato deciso che i Sindaci fino a 15 mila abitanti potessero svolgere un terzo mandato, mentre nessun obbligo grava più sui Sindaci di centri con meno di 5 mila abitanti.
Restava e resta aperto, tuttavia, il problema dei 730 Sindaci delle città italiane con più di 15 mila abitanti per i quali sono previsti solo due mandati.
Già il Presidente Decaro si era espresso a favore del superamento deella norma restrittiva (LEGGI), ora Marino si fa portavoce di un malessere diffuso in moltissimi Sindaci che si sentono vittime di una discriminazione. «Raccogliendo le richieste che ci arrivano da molti Comuni della Campania – scrive il Presidente di Anci Campania – riteniamo opportuno sottolineare che rimane un importante problema da affrontare, ovvero la condizione dei sindaci dei Comuni con una popolazione superiore ai 15.000 abitanti. L’introduzione di una distinzione in base al numero di abitanti costituisce un vulnus, una discriminazione, che, se non rapidamente sanata, potrebbe sfociare in una valutazione di incostituzionalità. Pertanto – aggiunge Marino rivolto a Decaro – ti chiediamo di aprire da subito con il Governo nazionale un fermo confronto per la necessaria e urgente revisione del decreto estendendo il terzo mandato anche ai sindaci dei Comuni di dimensioni maggiori, al fine di evitare qualsiasi disparità che potrebbe minare i principi di equità e giustizia sottesi alla nostra Costituzione. E nell’eventualità di una risposta dilatoria o negativa, attivare anche iniziative giurisdizionali».

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